Soffre la produzione industriale italiana, che in ottobre ha segnato una decrescita del 2,4 per cento. A riportarlo è il Sole 24-Ore che precisa come il rallentamento di Pil ed export si sia esteso a tutta la fascia del nord manifatturiero. Il riferimento sono i dati dell’ultimo booklet economia realizzato da Assolombarda, che opera un confronto tra l’andamento della Lombardia con quello del resto dell’Italia e delle macroregioni europee.
Nei primi nove mesi del 2019, la manifattura del nord Italia ha registrato una crescita impercettibile (+0,3%) che si distanzia dalle performance positive del 2018, archiviato con una crescita del 3 per cento. Nel terzo trimestre dell’anno, la Lombardia ha rilevato un aumento del 1,1% sul quarter precedente e un +0,9% su base annua. “Un rimbalzino – spiega il Sole 24-Ore – rispetto al +2% del Baden Württemberg o la crescita di mezzo punto percentuale della Cataluña, perché a livello di media italiana si registra una flessione di otto decimi di punto”.
Da inizio anno, calano in Lombardia abbigliamento (-2,2%), tessile (-0,4%), trasporti (-1,1%), siderurgia e meccanica (-0,3%). “La situazione – si legge sulla testata – è preoccupante lungo la fascia prealpina che spazia da Brescia, Bergamo, Monza e Brianza, Lecco e Varese. Una concentrazione di distretti chiave del made in Italy”.
Nei primi sei mesi del 2019 a faticare è l’export.
“Le cose – si legge sul Sole 24-Ore – non vanno meglio negli altri motori della manifattura italiana. In Veneto la produzione industriale è in stallo con una crescita moderata e incerta. Nella vicina Emilia-Romagna frenano fatturato e ordinativi. Il Piemonte è in stagnazione: da cinque trimestri la produzione industriale è in calo”.