La conceria italiana alza il tiro nella comunicazione sostenibile. A testimoniarlo è l’ultima edizione del rapporto di sostenibilità redatto da Unic Concerie Italiane, che evidenza il progresso attuato nel campo green dall’industria conciaria italiana, la quale conta circa 1.200 aziende, in prevalenza piccole e medie imprese concentrate all’interno di distretti produttivi, e genera un fatturato complessivo di quasi 5 miliardi di euro.
Il rapporto, oltre ai risultati raggiunti, lega le performance ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (Sdgs). Nello specifico, di questi 17, sono 12 gli obiettivi sui quali l’industria conciaria ha un impatto diretto e che quindi sono integrati nelle strategie di sostenibilità del settore. Questi sono sconfiggere la povertà (1), salute e benessere (3), istruzione di qualità (4), acqua pulita e servizi igienico sanitari (6), energia pulita e accessibile (7), lavoro dignitoso e crescita economica (8), imprese, innovazione e infrastrutture (9), città e comunità sostenibili (11), consumo e produzioni responsabili (12), lotta contro il cambiamento climatico (13), la vita sulla terra (15) e partnership per gli obiettivi (17).
Come si legge dal rapporto, per quanto riguarda i consumi, l’industria ha ridotto, dal 2003 ad oggi, il 19% dei consumi idrici, il 30% dei consumi energetici e il 10% dei consumi chimici (in quest’ultimo caso dal 2008). Non solo, il 14% dell’energia utilizzata è autoprodotta da cogenerazione. Per quanto riguarda la produzione di rifiuti, di cui circa il 97% sono non pericolosi, il 73,2% sono a recupero mentre il restante 26,8% è destinato a smaltimento.
Passi sostanziali sono stati fatti anche per quanto riguarda il benessere dei lavoratori, tanto che gli infortuni sul lavoro sono diminuiti del 42% dal 2003, mentre oltre il 90% degli occupati ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Unic riflette un cambio di passo strategico nel trattare la sostenibilità: la concia italiana comincia a comprendere l’utilità di valorizzare in termini comunicativi i progressi fatti sul fronte ambientale. Lo fa, appunto, utilizzando gli ormai universalmente conosciuti Sdgs, e mettendo sul piatto il fatto di aver compiuto un percorso più che decennale su questo fronte. Insomma, ciò che prima era un imperativo di legge, che ha imposto il green al settore, sta diventando un driver di posizionamento.