Tommy Hilfiger tenta un balzo nel futuro sostenibile, ribaltando le tempistiche tra produzione e vendita attraverso la tecnologia design 3D. Il brand di proprietà di Pvh ha comunicato che la tecnologia è già stata introdotta in tutti i design team nella sede centrale di Amsterdam e che le collezioni P/E 2022 saranno le prime ad essere completamente disegnate con il nuovo espediente. Il marchio non si avvarrà più di schizzi su carta ripetuti su campioni fisici da inviare agli showroom. La gran parte delle collezioni sarà quindi digitale prima di apparire in passerella e, dunque, messa in vendita. L’annuncio è stato fatto durante il recente Web Summit di Lisbona, in cui l’azienda ha sottolineato quanto il processo diminuisce gli sprechi risparmiando denaro e aumentando la velocità di produzione.
Tommy Hilfiger, riporta Vogue Business, usa già la tecnologia per 20 categorie di prodotto tra cui polo, jeans e outerwear. Per la stagione A/I 2020, le camicie da uomo del brand saranno progettate al 100% in 3D e non richiederanno alcuna produzione di campioni. Il prossimo autunno il marchio lancerà una capsule disegnata, sviluppata e venduta interamente in digitale, compresi capi modellati su avatar virtuali. Un passo ulteriore per ridurre i campioni, risparmiare tempo e costi, spingendo la sostenibilità. Il gruppo è pronto a condividere con altri brand esterni la propria tecnologia attraverso una strategia di licensing: Daniel Grieder, CEO di Tommy Hilfiger Global e Pvh Europe, assicura che ci sono già marchi interessati.
“Il potenziale della progettazione 3D è illimitato – ha dichiarato in una nota il manager – e ci consente di soddisfare le esigenze dei consumatori in modo più rapido e sostenibile. La tecnologia è diventata uno strumento fondamentale nel design delle nostre collezioni e ha il potenziale per accelerare in modo significativo la nostra velocità di commercializzazione e sostituire completamente la fotografia tradizionale di prodotto”.
Per realizzare l’obiettivo di design 3D, Tommy Hilfiger ha fondato un incubatore tecnologico chiamato ‘Stitch’, dedicato alla digitalizzazione di tutti i processi di design dell’azienda. “Dall’inizio del percorso di progettazione 3D intrapreso da Tommy Hilfiger nel 2017 – si legge nella nota – team di ingegneri del software, esperti di progettazione 3D e specialisti di trasformazione hanno brevettato un ecosistema di strumenti che consentono un processo di progettazione completamente digitale. Questo include una digital library di tessuti, stampe e colori, strumenti di presentazione digitale 3D e tecnologie di rendering. La trasformazione delle tradizionali fasi di progettazione e produzione di campioni in processi virtuali consente una tempistica più rapida e una perfetta integrazione negli showroom digitali”.
La tecnologia di design in scala 3D per le collezioni deriva da 2 anni di progetti pilota mirati che hanno dato vita a una sinergia tra la piattaforma di design 3D e lo showroom digitale di Tommy Hilfiger. “Mentre la tecnologia del Digital Showroom ha rivoluzionato i metodi di vendita dell’azienda, l’approccio bottom-up in continua evoluzione della progettazione 3D amplierà ulteriormente la digitalizzazione della catena distributiva di Tommy Hilfiger”, dichiara l’azienda.