Nei sei mesi al 30 giugno scorso, il gruppo Salvatore Ferragamo ha registrato ricavi per 705 milioni di euro, in aumento del 4,6% a tassi di cambio correnti (del 4,4% tassi di cambio costanti), rispetto ai 674 milioni di euro registrati nei primi sei mesi dell’esercizio 2018. Nel secondo quarter, il giro d’affari ha segnato un +4,9% (+4,5% a cambi costanti).
A livello geografico, si legge nella nota della maison toscana, l’Asia Pacifico si riconferma il primo mercato in termini di ricavi, in aumento dell’8,1 per cento. Nel dettaglio, i negozi a gestione diretta in Cina hanno evidenziato una progressione delle vendite del 17,4 per cento. A +3% i ricavi dell’area Emea, mentre il Nord America è rimasto sostanzialmente stabile.
In mattinata il titolo di Salvatore Ferragamo è arrivato a perdere quasi il 7%, sulla scia di una marginalità e outlook deludenti.
L’ebitda adjusted del gruppo è aumentato del 2,1% a 119 milioni di euro (sotto i 122 milioni stimati dal mercato), con un’incidenza percentuale sui ricavi in calo al 16,9%, dal 17,3% di un anno fa. L’utile netto di pertinenza del gruppo risulta pari a 58 milioni di euro, in crescita dell’1,1 per cento.
Secondo quanto riferito dalle principali agenzie di stampa, Piazza Affari avrebbe giudicato scarse le indicazioni di Ferragamo sui prossimi mesi. “In un contesto macroeconomico e di mercato caratterizzato da una permanente complessità – conclude la nota della griffe fiorentina -, le aspettative per la parte restante dell’esercizio sono sostanzialmente in linea con i risultati conseguiti nel primo semestre, nel proseguimento delle azioni volte alla valorizzazione della comunicazione di brand, alla ottimizzazione dei processi e della struttura organizzativa, in continuità con i programmi avviati a partire dal secondo semestre 2018”.