Il mondo della moda ha ormai creato una nuova formula di evento: la fashion week itinerante. Il fenomeno delle sfilate ‘speciali’, cioè dedicate a collezioni pre-stagionali o a eventi e anniversari particolari, si fa strada tra i consolidati appuntamenti della moda. A conferma che la tradizionale staffetta New York-Londra-Milano-Parigi non sia più sufficiente a soddisfare le nuove tempistiche di luxury brand.
Stasera Dior svelerà la sua collezione cruise 2020 a Marrakech. Il 4 luglio Fendi presenterà a Roma una collezione tributo a Karl Lagerfeld. In questo lasso di tempo sono in programma ben 17 sfilate in 11 città. Si tratta di collezioni cruise (o pre-collezioni estive, che dir si voglia) cui si sono aggiunti anche alcuni défilé maschili, come Salvatore Ferragamo e Givenchy durante la prossima edizione di Pitti Uomo (11-14 giugno).
A fare la conta è Wwd che ricorda anche la sfilata co-ed di Giorgio Armani a Tokyo, quelle maschili di Prada a Shanghai e Saint Laurent a Los Angeles, l’appuntamento con la cruise di Gucci nei Musei Capitolini. Mentre Alberta Ferretti allestirà il suo show resort a Monte Carlo, Max Mara a Berlino, Louis Vuitton a New York, Chanel a Parigi e così via.
La testata americana sottolinea le ingenti spese economiche che comporta l’allestimento di uno show lontano dalle tradizionali capitali della moda e, soprattutto, dalle date canoniche, riflettendo anche sul notevole tasso di inquinamento dovuto allo spostamento di tutta la selezionata community. Perché i fashion brand continuano o, come nei casi di Giorgio Armani e Alberta Ferretti, iniziano a presentare all’estero le proprie collezioni cruise? “Questi show – riflette Wwd – hanno assolutamente senso per le griffe, sono un veicolo per promuovere se stessi in modo spettacolare”. Anche perché, oggi, “le pre-collezioni possono rappresentare fino all’80% del fatturato annuale, dato che restano in negozio più a lungo delle proposte autunno/inverno e primavera/estate”.
A scricchiolare sempre più, oltre all’unicità delle fashion week europee e americana, è anche il sistema di promozione tradizionale. L’attenzione mediatica garantita dai social è spesso più allettante delle inserzioni cartacee nelle testate patinate. Una sfilata in location esotiche come Marrakech, o città d’arte come Firenze, generano un traffico web senza paragoni. I milioni di follower di influencer e fashion editor acquistano sempre più valore, a discapito delle lettrici in calo.