I sindacati escono allo scoperto, chiedendo chiarezza rispetto al futuro di Roberto Cavalli. In mesi di speculazioni sul riassetto che attende la griffe italiana, sono infatti le organizzazioni del lavoro a prendere una posizione ufficiale, chiedendo un incontro con la proprietà. A motivare la preoccupazione, secondo quanto spiegato a Pambianconews da Luca Barbetti, segretario generale di Filctem Cgil Firenze, sarebbe la convocazione di un’assemblea dei soci di Cavalli, attesa per il 13 marzo, di cui le stesse rappresentanze sindacali avrebbero appreso dalla stampa, e rispetto alla quale si richiede una maggiore trasparenza. Altro campanello d’allarme sarebbe stato il profilarsi di uno scenario ulteriore rispetto alla cessione, ovvero la possibilità di una profonda ristrutturazione dell’azienda prima della sua vendita.
“Da mesi – ha precisato Barbetti – circolano ipotesi sulla cessione di Roberto Cavalli. Queste sono diventate nel tempo sempre più insistenti, tuttavia l’azienda ha annullato un incontro formale previsto per il 7 marzo scorso, non permettendoci di entrare nel merito delle valutazioni in corso. Ad oggi non ci hanno messi al corrente di un percorso preciso che garantisca la stabilità dell’azienda. Di contro, alla vendita si affianca la possibilità di uno schema pre-concordatario che chiaramente genera preoccupazione”.
Filctem Cgil e Femca Cisl Firenze hanno dunque chiesto un incontro urgente con la proprietà di Roberto Cavalli, insieme alla Rsu (rappresentanza sindacale unitaria) dello stabilimento di Sesto Fiorentino, e hanno lanciato un messaggio alle istituzioni per “intraprendere tutte le azioni possibili a difesa di una importante realtà del nostro territorio”, principale insediamento di un’azienda che conta oltre 270 dipendenti.
“Da mesi – si legge sulla comunicazione dei sindacati diffusa dalla stampa italiana – si leggono sui quotidiani notizie più o meno preoccupanti sul futuro e soprattutto sugli ipotetici scenari di cessioni che potrebbero mettere in discussione anche il carattere industriale dell’azienda. A questo clima di incertezza si aggiunge la difficoltà di tenere un confronto utile per effetto della mancanza di chiarezza sulle decisioni assunte dalla proprietà”. Per Filctem e Femca “se è vero che qualche elemento aggiuntivo sul futuro dovrebbe arrivare dall’assemblea dei soci che, salvo rinvii, dovrebbe tenersi il 13 marzo, è fondamentale che da parte della proprietà venga fatta chiarezza sul piano industriale e sui suoi riflessi sui lavoratori”.
Secondo quanto riferito dal blog The Insider, “sul riassetto di Roberto Cavalli si farebbe strada l’opzione di uno schema pre-concordatario. Gli advisor dell’azionista Clessidra, la banca d’affari Rothschild e lo studio Gattai Minoli Agostinelli, starebbero valutando questa ipotesi per favorire l’ingresso di risorse nella maison. Allo stesso tempo si starebbero comparando le diverse offerte dei nuovi soci”.
“Su questo fronte – si legge sempre sul blog di notizie finanziarie – sarebbe un testa a testa fra Philipp Plein, dato favorito, e il gruppo Usa Blue Star. L’offerta del gruppo americano Blue Star Alliance prevede l’esecuzione di una manovra da oltre 100 milioni di euro tra aumento di capitale per la maison italiana e acquisto di marchi. In questa ipotesi, Clessidra uscirebbe totalmente dalla compagine. L’altra offerta è appunto quella del gruppo Philipp Plein, affiancato dal fondo Blue Skye. Fino a qualche settimana fa girava voce di aumento fissato a 50 milioni per lo stilista tedesco, ma ora l’aumento sarebbe salito a 100 milioni. In questa ipotesi, forse, Clessidra resterebbe in minoranza”.
Tra i nomi circolati nelle scorse settimane anche quello di Otb di Renzo Rosso (Otb è già licenziataria di Just Cavalli), ma l’offerta di quest’ultima sarebbe a oggi lontana da quella dei primi due soggetti.
“In ogni caso – conclude The Insider – per Cavalli si tratterà di una ristrutturazione: l’azienda non genera ancora cassa e ha 45 milioni di debiti verso il mondo bancario”.