Giglio Group vara il nuovo piano industriale e, tra gli obiettivi, c’è quello di portare il mercato cinese ad incidere per il 30% sul fatturato del gruppo, a fronte di un valore 2018 fermo al 4 per cento. Come? Sia incrementando il numero di accordi con nuovi brand, che dovrebbero arrivare a circa 50, che con i marketplace. Il gruppo, non a caso, vanta già una notevole expertise in Cina dove, grazie alle proprie properties media, abbinate al T-commerce su WeChat, ha creato un modello che integra e-commerce e social media capace di tramutare in acquisto i contenuti video trasmessi su web e mobile.
Il gruppo fondato da Alessandro Giglio nel 2003 si è evoluto nel corso degli anni, passando da media a digital company e andando così a definire il concetto di e-commerce 4.0, ovvero a filiera completa. Questo, nello specifico, opera attraverso le divisioni Ibox Digital e Distribution con cui la piattaforma fornisce servizi b2b e b2c nel settore fashion, con oltre 70 brand partner a cui offre servizi che vanno dalla creazione di piattaforme e-commerce, al loro collegamento con i principali marketplace lifestyle a livello mondiale, fino alla gestione online dello stock.
Oltre che a volgere lo sguardo verso la Cina, la piattaforma punta ad aumentare il numero di partnership con i marketplace, così da rafforzare ulteriormente l’area b2b dedicata alla gestione della vendita online delle collezioni on e off season. Attualmente, infatti, Ibox Distribution distribuisce 46 brand attraverso 78 marketplace nel mondo e, entro la fine del 2019, prevede di definire nuovi accordi. In questo modo, il gruppo conta di consolidare mercati quali Stati Uniti, Russia, Cina e Australia, e di espandersi in nuovi, come per esempio America Latina, India, Canada ed Emirati Arabi, dove, proprio in questi giorni, il gruppo ha siglato un nuovo accordo con la realtà Souq.com.