Ovs ha cessato i suoi accordi commerciali con Sempione Fashion. Ad annunciarlo è stato il gruppo italiano di abbigliamento, precisando come la società abbia terminato la sua fase di vendita in liquidazione, avviata in seguito all’ammissione alla procedura concorsuale provvisoria da parte del giudice del distretto svizzero di Höfe lo scorso 30 maggio, permettendo all’ex Charles Voegele, controllata da Sempione Retail, società veicolo di cui Ovs deteneva il 35% del capitale, di proseguire l’attività per altri quattro mesi al fine di risolvere lo stato di crisi.
In seguito alla definitiva chiusura dei negozi, ieri il consiglio di amministrazione di Sempione Fashion ha depositato istanza di fallimento, concludendo in questo modo la procedura concordataria. Di conseguenza, il board di Ovs ha deliberato la risoluzione del cooperation agreement stipulato tra le parti il 18 aprile 2017.
“Gli effetti economici e patrimoniali, già riflessi nei risultati del primo trimestre 2018 di Ovs – si legge nella nota del gruppo -, non sono modificati dagli avvenimenti di cui sopra, e, di conseguenza si conferma, ad oggi, che non si prevedono ulteriori impatti negativi di entità significativa sulla società”.
Ovs ha chiuso il primo trimestre dell’anno registrando vendite nette a 353 milioni di euro (+10,6%), 320,5 milioni escludendo il sell-in verso Sempione Fashion (+2 per cento). La crescita, in particolare, ha riguardato sia l’insegna Ovs, cresciuta del 2,3% a quota 265,5 milioni, che Upim, in aumento dello 0,5% a 55 milioni. L’ebitda rettificato si è attestato a quota 30,1 milioni (+2,8%), con un’incidenza del 9,4% sulle vendite nette escluso il sell-in verso Sempione Fashion, mentre l’ebitda reported è risultato negativo per 24,5 milioni, principalmente a causa di svalutazioni di attivi pari a 50,4 milioni ed accantonamenti per 3 milioni.