Niente è per sempre. Eccetto i diamanti, ed eccetto Anna Wintour in Condé Nast. In una dichiarazione a Wwd, Bob Sauerberg, CEO della casa editrice americana, ha cercato di mettere a tacere una volta per tutte le voci su un presunto allontanamento della Wintour da Condé Nast definendo la giornalista “fondamentale per il futuro della compagnia”. Il manager ha inoltre puntualizzato che Wintour ha aderito a lavorare con lui “indefinitamente”, coprendo i ruoli di direttore di Vogue Us e direttore artistico di Condé Nast.
A quanto pare, nonostante il dilagare di rumors sulla fine del suo lungo mandato, la fashion editor inglese continuerà ad occupare il suo posto in prima fila alle sfilate a tempo indeterminato. Dopo la direzione di Vogue Uk, dal 1988 Wintour è a capo dell’edizione americana di Vogue che, pochi giorni fa, ha visto una riorganizzazione interna in seguito all’uscita di due editor storiche della redazione, ora collaboratrici esterne.
Durante il suo lungo percorso professionale in Condé Nast, la giornalista ha amplificato il ruolo delle celebrities all’interno di Vogue rendendole protagoniste di storie e contenuti fotografici. La massiccia presenza di attori, cantanti e sportivi ha contribuito enormemente al successo del Met Gala, evento annuale legato al Metropolitan Museum of Art che le ha anche dedicato l’ala Anna Wintour Costume Center.
Nel 2003, la notorietà della giornalista ha valicato i confini dell’ambiente della moda in seguito alla pubblicazione del best seller ‘Il diavolo veste Prada’. Il romanzo chick lit scritto da Lauren Weisberger, ex assistente della Wintour, ironizza sull’immenso potere della direttrice di un fashion magazine ed è in seguito diventato un film di successo interpretato da Meryl Streep.