È arrivato anche l’ultimo importante via libera, seppur condizionato, alla fusione tra Essilor e Luxottica. Le autorità cinesi, infatti, hanno approvato l’operazione a condizione che la nuova società non venda prodotti di occhialeria a un prezzo più basso dei costi senza una ragione motivata, in base allo State Administration for Market Regulation, regolamentazione cinese aggiornata lo scorso 17 marzo che supervisiona, tra le altre attività, la politica dei prezzi e l’antitrust.
L’ok delle autorità cinesi, slittata a inizio luglio per questioni relative al combination agreement e al contribution agreement, era l’ultima delle condizioni sospensive per la fusione. Manca ancora il via libera dell’antitrust turco.
Dopo la notizia i due titoli hanno segnato un’accelerazione: alle 10 Luxottica guadagnava il 2,47% a 58,04 euro, mentre Essilor segnava +1,98% a 126,40 euro.
Intanto però, la multinazionale francese Essilor vede i profitti in contrazione nel primo semestre 2018: l’utile netto ha segnato un -10,3% a 349 milioni di euro a causa dell’effetto negativo dei cambi. Il fatturato è stato pari a 3,7 miliardi, in calo del 3,5% (+4,4% a cambi costanti e +4% a perimetro omogeneo). Il risultato operativo si è attestato a 630 milioni, con un calo del 5,5% (+1,9% a cambi costanti). Il secondo trimestre ha comunque mostrato un’accelerazione con un fatturato di 1,9 miliardi, in calo dell’1,1% a tassi reali, ma in aumento del 5% esclusi gli effetti valutari e del 4,8% a parità di perimetro.
Luxottica ha annunciato di aver chiuso il primo semestre con un fatturato consolidato di 4,553 miliardi di euro in calo del 7,7 per cento (+0,3% a cambi costanti).