Asics chiude il 2017 con vendite nette a quota 400 miliardi di yen (circa 3 miliardi di euro), stabili rispetto all’anno precedente (+0,3%) e con un risultato operativo in caduta libera (-23,2%) a 19,6 miliardi di yen. La performance finanziaria non è piaciuta agli investitori: oggi il titolo era in ribasso con punte fino al -10% alla Borsa di Tokyo.
Nonostante le vendite siano cresciute in Asia (fatta eccezione per il Giappone) e in Oceania, i ricavi si sono ridotti nei principali mercati del marchio sportivo, cioè Giappone, Europa e America.
A livello di aree geografiche, il brand nipponico ha assistito a un calo delle vendite nella madre patria giapponese (-0,4%) a quota 119,4 milardi di yen, negli Stati Uniti (-6%) a 106,2 miliardi di yen e nel vecchio Continente (-1,2%) a 106,3 miliardi di yen. Per contro, il business ha registrato un incremento in Oceania e nel Sud Est e Sud Asiatico (+15,1%) a 27,7 miliardi di yen e nell’Asia Orientale (+13%) a 49,1 miliardi di yen.
“Nel 2017 abbiamo completamente cambiato il nostro business così che possa essere adatto al futuro”, sono le parole di Alistair Cameron, CEO Emea di Asics, riportate dalla stampa internazionale. “Noi siamo incoraggiati dai primi segnali di crescita, specialmente nel canale direct-to-consumer e nei mercati emergenti, e siamo fiduciosi che il nostro approccio mirato e l’organizzazione rafforzata porteranno a termine i nostri piani di crescita nel 2018 e oltre”.
Proprio per il 2018, Asics si aspetta vendite nette a quota 425 miliardi di yen (+6,2%) e un risultato operativo di 20 miliardi di yen (+2,2 per cento).