Le vendite di moda su Amazon potrebbero toccare quota 85 miliardi di dollari (circa 72 miliardi di euro) nel 2020. A dirlo è la società di ricerca Instinet, che ha stimato (Amazon non diffonde dati sul giro d’affari delle singole categorie di prodotto, ndr) come nel 2016 l’abbigliamento abbia fruttato al portale di Jeff Bezos tra i 18 e i 36 miliardi di dollari, quota non troppo distante da quella delle vendite moda dei competitor Walmart (25 miliardi) e Macy’s (22 miliardi), che però vantano una presenza più consolidata nel settore. A contribuire alla crescita della divisione moda di Amazon non saranno solo gli accordi con griffe come Calvin Klein o Nike, ma anche lo sviluppo delle sue private label, su tutte quelle legate al mondo dello sport.
Nei primi nove mesi del 2017 Amazon ha registrato vendite totali per 77,2 miliardi di dollari, contro i 64 miliardi dello stesso periodo del 2016. Nel solo terzo trimestre i ricavi del colosso di Seattle sono passati da 22,3 a 28,7 miliardi. “Qualsiasi retailer, brand, rivenditore di prodotti alimentari o distributore che non tenga conto della crescita di Amazon, nasconde la testa sotto la sabbia rischiando parecchio”, ha dichiarato Simeon Siegel di Instinet, spiegando come il gigante delle vendite online potrebbe essere la prima azienda a essere valutata oltre i mille miliardi di dollari. Oggi, il colosso americano vale una capitalizzazione di quasi 560 miliardi di dollari (l’intera Borsa italiana capitalizza circa 645 miliardi di euro).