venerdì, 31 Mar 2023
  • ABOUT
  • DESIGN
  • BEAUTY
  • WINE & FOOD
  • HOTELLERIE
  • REAL ESTATE
Nessun Risultato
Mostra tutti i risultati
NEWSLETTER
Pambianconews
  • HOME
  • NEWS
    • Mondo
    • Finanza & Bilanci
    • Italia
    • Giro Poltrone
    • M&A
    • Licenze
    • Opening
    • Comunicazione
    • Digital & Tech
    • Sostenibilità
    • News in breve
    • Prodotti
    • Lifestyle
  • SUMMIT
    • Fashion
    • Beauty
    • Design
    • Wine&Food
    • Hotellerie
  • FOCUS
    • Approfondimenti
    • DIGITAL DUST
    • DROP
    • PWC
    • SALESFORCE
    • SITA RICERCA
  • EDITORIALI
  • TV
  • MAGAZINE
  • HOME
  • NEWS
    • Mondo
    • Finanza & Bilanci
    • Italia
    • Giro Poltrone
    • M&A
    • Licenze
    • Opening
    • Comunicazione
    • Digital & Tech
    • Sostenibilità
    • News in breve
    • Prodotti
    • Lifestyle
  • SUMMIT
    • Fashion
    • Beauty
    • Design
    • Wine&Food
    • Hotellerie
  • FOCUS
    • Approfondimenti
    • DIGITAL DUST
    • DROP
    • PWC
    • SALESFORCE
    • SITA RICERCA
  • EDITORIALI
  • TV
  • MAGAZINE
Nessun Risultato
Mostra tutti i risultati
Pambianconews Sport
Nessun Risultato
Mostra tutti i risultati
  • NEWS
  • SUMMIT
  • FOCUS
  • EDITORIALI
  • TV
  • MAGAZINE
Prada si veste di CSR

Prada si veste di CSR

Di Redazione
12 Gennaio 2016

Presentato in Fondazione un piano ancora molto incentrato sulla cultura. È un segnale forte, coerente con quello della Cnmi: sostenibilità come driver del lusso.

In termini di responsabilità aziendale (in inglese Corporate social responsibility), l’aria comincia a cambiare anche nel lusso italiano, sebbene il vento abbia ancora parecchio bisogno di individuare la direzione giusta. Un segnale di quanto sta avvenendo l’ha lanciato il gruppo Prada lo scorso 14 dicembre, organizzando, presso la sua principale sede di rappresentanza, la Fondazione disegnata da Rem Koolhaas a Milano, una conferenza per presentare il proprio progetto di Csr e un sito internet dedicato. Un ‘alzate-le-vele’ per raccogliere il vento che conferma quanto, anche nelle stanze dei bottoni del lusso, appunto, sia aumentata la pressione: da parte del mercato, da parte degli investitori e da parte del regolatore, visto che “il reporting della sostenibilità – ha ammesso lo stesso presidente di Prada, Carlo Mazzi – diventerà obbligatorio” entro un paio d’anni. A fronte di questa pressione, la mossa del gruppo toscano riflette, però, l’esistenza di ampi margini di consapevolezza su come le aziende debbano riconsiderare meccanismi e struttura, per integrare l’approccio di Csr nelle proprie strategie produttive, di posizionamento e di gestione delle risorse.

Prada3
Tavola rotonda. Da sinistra, Stefano Cantino, Carlo Mazzi, Angela Vettese, Massimo Vian, Guido Canali e Astrid Welter

L’IMPRONTA DELLA CULTURA
Prada ha riempito le fila del cinema a specchi della sua Fondazione, dove sono stati invitati, oltre a esperti e giornalisti, anche studenti milanesi di moda ed economia. Il progetto “Prada Group Corporate Social Responsibility” è stato approfondito attraverso una tavola rotonda alla quale hanno partecipato, oltre al presidente Mazzi e Stefano Cantino di Prada, la storica dell’arte Angela Vettese, il co-CEO di Luxottica Massimo Vian, l’architetto Guido Canali e la direttrice della Fondazione Prada Astrid Welter. Già la composizione del panel di discussione, in cui mancavano esperti di sostenibilità e non c’era un responsabile aziendale della materia, ha rivelato quanto il Progetto Csr di Prada sia, a oggi, il tentativo di dare una struttura corporate alle molteplici iniziative già adottate nell’ambito della cultura. Per parlare di piano strategico, occorre ragionare in prospettiva. In proiezione futura, il presidente Mazzi ha menzionato più volte gli aspetti riguardanti il territorio (significative le indicazioni sul controllo della catena di fornitura) e gli stakeholder (le persone e i lavoratori), quali elementi del nuovo modello di business, nel quale vengano “allargati gli orizzonti e considerate le conseguenze di ciò che facciamo, in modo che le nostre attività siano in grado di orientare lo sviluppo economico verso un equilibrio più sostenibile”.

Il cinema della Fondazione
Il cinema della Fondazione

FATTORE D’IMMAGINE
In ogni caso, il gruppo toscano ha dato un messaggio che sdogana la corporate social responsibility. Altri, prima di Prada, hanno preso posizioni importanti in termini di responsabilità sociale: tra tutti, Gucci che, già da almeno un paio d’anni, sta cercando un posizionamento sostenibile (anche con linee dedicate) che valorizzi in termini di mercato ciò che il marchio, coerentemente con gli input della capogruppo francese, sta mettendo in atto in termini di gestione degli stakeholder. In un ambito dimensionale più ridotto, di recente Stefano Ricci ha reso pubblico di essersi sottoposta all’analisi di un’agenzia di rating etico (Standart Ethics) per rivalutare la propria governance e sostenibilità in chiave di una quotazione. E, per la prima volta, è stata comunicata anche l’analisi (problemi inclusi) che ha accompagnato il giudizio. Ma il messaggio di Prada è stato più diretto ed esplicito di altri. Pur con i limiti di sostanza di cui sopra. Anzi, forse proprio questi limiti denotano come la Csr sia improvvisamente apparsa come un fattore da giocare in termini di immagine. Un fattore distintivo. Che su alcuni mercati, anche su quelli mediorientali (vedi le posizioni esposte qualche mese fa dal gruppo Chalhoub di Dubai), comincia a essere ritenuto un elemento distintivo. Inoltre, il messaggio del gruppo toscano arriva in piena coerenza con le iniziative di Sistema Moda Italia e della Camera Nazionale della Moda (Cnmi), impegnate assieme sul fronte della sostenibilità. I due enti lo hanno spiegato in modo esplicito, in occasione del ventesimo Convegno Pambianco, il 13 novembre. In particolare, il presidente di Cmni Carlo Capasa ha ufficializzato la svolta dell’ente milanese, parlando di una sola e unica cosa: sostenibilità. Di fronte al gotha di un settore non sempre attento a questo tema, Capasa ha esordito spiegando di “aver messo la sostenibilità al centro del programma. Perché questa è una delle sfide più moderne per il lusso”. Capasa ha spiegato che anche il consumatore di fascia alta, nel 13% dei casi, comincia a essere guidato dalla sostenibilità nelle proprie scelte d’acquisto. Di conseguenza, Cnmi ha riunito attorno a un tavolo i dieci principali brand del settore (tra cui Armani, Gucci, Prada, Loro Piana e Ferragamo) per tracciare un percorso concreto di sostenibilità della moda. Il primo step è stato quello di individuare, assieme anche a Federchimica, una griglia di 500 sostanze per le quali fissare gli standard utilizzabili nell’abbigliamento e nei tessuti. Capasa ha parlato poi di sostenibilità nel territorio in cui opera l’azienda. E, in prospettiva, ha menzionato obiettivi di sostenibilità sociale. Insomma, tutti fattori che compongono la strategia di responsabilità sociale d’impresa.

InviaCondividiInvia
Currently Playing

Buccellati e Scuola Orafa Ambrosiana formano nuovi professionisti del mondo del gioiello

Buccellati e Scuola Orafa Ambrosiana formano nuovi professionisti del mondo del gioiello

Buccellati e Scuola Orafa Ambrosiana formano nuovi professionisti del mondo del gioiello

News & Eventi
Gruppo Una punta sui resort. Tariffe a +10% sul 2019

Gruppo Una punta sui resort. Tariffe a +10% sul 2019

News & Eventi
QC Terme spinge sugli Usa: “Il prezzo medio a New York è tre volte quello italiano”

QC Terme spinge sugli Usa: “Il prezzo medio a New York è tre volte quello italiano”

News & Eventi
  • PAMBIANCONEWS
  • DESIGN
  • BEAUTY
  • WINE
  • HOTELLERIE
  • LE QUOTABILI
Credits

© Pambianco srl - P.IVA 05861630159

Nessun Risultato
Mostra tutti i risultati
  • ABOUT
  • PAMBIANCONEWS
  • DESIGN
  • BEAUTY
  • WINE
  • HOTELLERIE
NEWSLETTER

© Pambianco srl - P.IVA 05861630159