Il forte calo (fino al -40%) registrato sulla materia prima delle concerie ridurrà i prezzi delle pelli finite? Sì, ma non per quelle di fascia alta, che mantengono il valore.
Un calo così rapido delle quotazioni, sul mercato americano, non si osservava dal terribile 2008-09. Riguarda le pelli grezze, materia prima di riferimento per le concerie. La flessione media registrata varia tra il 30 e 40% rispetto a un anno fa e non riguarda soltanto le origini Usa, ma anche altre fonti rilevanti quali Brasile, Australia e Nuova Zelanda. Cosa sta accadendo? Nei due principali distretti conciari italiani, Arzignano (Veneto) e Santa Croce sull’Arno (Toscana), la convinzione è che pesi la difficile situazione economica della Cina, principale trasformatore delle pelli di bassa qualità. Il top di gamma invece, che si ottiene da grezzi di origine europea e costituisce la specializzazione della concia made in Italy, mantiene le posizioni o fa segnare rallentamenti comunque contenuti. “Si parla, al massimo, di qualche punto percentuale – afferma Bernardo Finco, amministratore unico di Adelaide spa e presidente della sezione concia in Confindustria Vicenza – a conferma del fatto che nel mercato si allarga la forbice tra l’economico e la qualità”. Il distretto arzignanese osserva un rallentamento nella domanda per calzatura e pelletteria, ma la compensazione arriva dal boom di richieste per interni auto e dalla crescita dell’arredo di fascia alta per il contract. Il comprensorio toscano, dove operano concerie di dimensioni artigianali, vive da luglio una ripresa di ordinativi per certi versi inaspettata. “Il nostri clienti di riferimento sono le grandi firme del lusso – precisa Franco Donati, presidente di Assoconciatori e amministratore del consorzio D&Co – che hanno prospettive di crescita soprattutto per la calzatura, che sta recuperando dopo alcune stagioni di sofferenza. La pelletteria tiene, ma si sta orientando su modelli di taglia più piccola, che richiedono di conseguenza un minor utilizzo di pellame”. Per quanto riguarda i prezzi, il conciatore toscano conferma le impressioni dei veneti: la qualità è parzialmente al riparo; la domanda tiene e l’offerta, per effetto della bassa macellazione, scarseggia.
Di Andrea Guolo