Dall’accordo con la Camera della Moda alle collaborazioni con aziende italiane, la metropoli cinese stringe legami per posizionarsi come capitale della moda.
Undici miliardi di esportazioni verso la Cina (su 398 miliardi in tutto): il 137% in più dal 2004 al 2014. Un miliardo di export generato dal solo comparto moda: e non è poco se si considera che in dieci anni è cresciuto del 446%, come confermano le elaborazioni Ice. Il mercato cinese resta meta fondamentale per imprese e designer italiani. Ma, negli ultimi tempi, Pechino ha deciso di rovesciare i flussi: sono i cinesi a cercare nuovi sbocchi. L’Italia, con le sue competenze e l’appeal che ha da sempre sull’Oriente, è uno dei Paesi sui quali la Cina sta puntando per portare l’attenzione internazionale su di sé. Particolarmente attiva è la municipalità di Shanghai, che a Milano è stata protagonista della Shanghai Week, inaugurata subito dopo il China Day celebrato l’8 giugno a Expo. A dare il via al calendario di eventi e incontri fra istituzioni milanesi, imprese italiane e cinesi è stato lo Shanghai-Milan Business Cooperation Forum. Tra le sessioni, una è stata dedicata alla moda e al lusso: “Shanghai welcomes Italian fashion”. Il settore della moda, infatti, è uno dei più importanti per una città che conta 45 milioni di abitanti. Shanghai ha l’ambizione di diventare la quinta capitale del fashion dopo New York, Parigi, Milano e Londra. Ambassador di Shanghai, il presidente onorario di Camera nazionale della moda italiana, è Mario Boselli, che punterà sul fascino di sempre della “Parigi d’Oriente”. “Un paradiso per designer e architetti”, così ha definito la sua città Tong Jisheng, presidente del board of directors del Shangtex Textile Group, oltre che vice direttore del comitato organizzatore della Shanghai Fashion Week. Senza dimenticare il fatto che la città “ha un Pil pro capite di 20 mila dollari e un guadagno fruibile di 8mila dollari”. E la Shanghai Fashion Week, con più di cento show, attrae oltre 700mila persone. In quest’ottica va letto l’accordo che Jisheng ha siglato con Carlo Capasa, presidente di Camera della Moda. Un patto di reciproco scambio di informazioni, anzitutto. In più, Milano farà da trampolino di lancio per Shanghai, mentre Shanghai a sua volta sosterrà le imprese che vorranno investire in Cina. Un esempio su tutti, il progetto “We design”, una sorta di hub della moda nel quale Shangtex punta ad attirare fino a un centinaio di marchi italiani.
di Teresa Potenza