Segno meno per i nove mesi di Puma che ha archiviato il periodo concluso al 30 settembre con un utile netto in calo del 43% a quota 68,6 milioni di euro rispetto allo stesso periodo di un anno fa. In discesa, seppur meno vertiginosa, anche i ricavi che indietreggiano del 2,9% attestandosi a quota 2,3 miliardi di euro.
A dare uno spiraglio al bilancio, sono i risultati degli ultimi tre mesi dell’esercizio, che mettono in luce i primi segnali positivi derivati dal riposizionamento del brand in capo al gruppo Kering.
I ricavi del trimestre infatti hanno segnato un aumento del 3,7% a quota 843,4 milioni di euro a fronte, però, di un utile netto in calo del 45% a 28,9 milioni di euro.
Per i vertici di Puma (che, secondo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, potrebbe entrare nel mirino del gigante americano Vf Corporation) i risultati sono incoraggianti. Secondo quanto riporta la nota, infatti, l’amministratore delegato del marchio tedesco di sportswear Bjørn Gulden ha dichiarato che i conti si sono attestati “nettamente al di sopra delle attese”. Particolare soddisfazione arriva dalle vendite ottenute dal settore calzature. “Le scarpe – continua il ceo – sono aumentate per la prima volta in sette trimestri, e gli utili operativi hanno soddisfatto le nostre aspettative. Il lancio della campagna di marketing è stata ben accolta da consumatori e rivenditori. Riteniamo che le cose si stiano muovendo nella giusta direzione, come abbiamo detto fin dall’inizio”.