Thermore accelera sul fronte della sostenibilità. Dopo aver lavorato su questo fronte consentendo l’esclusione delle sostanze chimiche appartenenti alla famiglia Pfoa e Pfos da tutti i suoi prodotti, ora il marchio di imbottiture termiche per l’abbigliamento, fondato nel 1972 a Milano ma presente in tutto il mondo con sedi produttive in Europa, Usa ed Asia e un focus commerciale nel Vecchio Continente e negli Stati Uniti, lancia una nuova sfida per trovare una valida alternativa all’uso della piuma.
Negli ultimi anni l’aumento costante del costo della piuma d’oca di qualità, la richiesta di tracciabilità della piuma stessa e la crescente attenzione verso il rispetto per gli animali hanno costretto i produttori di abbigliamento a cercare alternative che ottenessero un risultato il più simile possibile all’originale. Il progetto studiato da Thermore e presentato all’ultima edizione di Milano Unica, si chiama EVOdown ed è un composto di fibra sciolta in rotoli, ovvero una struttura composta da due strati esterni di densità elevata che proteggono uno strato interno di fibre libere. Il materiale di nuova generazione consente di ridurre la formazione di grumi e limita la fuoriuscita di fibre, e garantisce così, spiegano dall’azienda, una termicità elevata su tuttala superficie di utilizzo e una durevolezza.
In occasione della prossima edizione di Ispo, la manifestazione dedicata al mondo sportswear e active che si terrà a Monaco a febbraio, il progetto EVOdown sarà lanciato anche nel settore outdoor dopo aver ricevuto il riconoscimento Bluesign, il sigillo globale di approvazione per l’ambiente, la salute e la sicurezza produttiva. Lo stesso standard ecosostenibile è stato assegnato anche alle altre cinque linee di imbottiture prodotte dal gruppo, ovvero Ecodown, Thermosoft, Classic , Aria e Rinnova e queste ultime tre vantano anche la certificazione Grs da parte di Textile Exchange a riprova del materiale riciclato utilizzato.