Non si tratta di un concordato, come indicavano le indiscrezioni circolate ieri, ma della messa in liquidazione della società. La Dressing di Silea (Tv) ha annunciato ieri la mossa “obbligata dopo il ritiro incomprensibile di Al Ajlal”, il gruppo arabo che era stato individuato come candidato all’ingresso in società, per riequilibrare il rapporto tra capitale proprio e l’esposizione verso le banche. “Non c’è stata una motivazione formale del loro ritiro dalla trattativa”, fanno sapere a Pambianconews dall’azienda. “La ricapitalizzazione era avvenuta e il sistema bancario aspettava un segnale forte. Che con il continuo rinvio dell’ingresso del socio e del consegente aumento di capitale, però, non è arrivato”. A questo punto, si valutano “eventuali azioni contro il gruppo arabo”, la cui uscita imprevedibile dalle trattative ha di fatto impedito alla Dressing di esplorare altre strade.
A breve, dunque, si apriranno le procedure aziendali che potrebbero portare, da una parte, al concordato e, dall’altra, al fallimento. Opzione, quest’ultima, poco plausibile, dal momento che la società è patrimonializzata e “dovrebbe riuscire a riconoscere una percentuale interessante ai creditori”.
L’azienda, intanto, ha segnalato la propria situazione alle due griffe per cui, tra le altre, si occupa di gestire le linee in licenza, Cavalli Class e Scervino Street. Entrambe si sarebbero dette “disponibili a valutare il da farsi”, ma nessuna delle due si è proposta come ‘cavaliere bianco’ per Dressing. Una scelta prevedibile, dal momento che, se Cavalli è impegnato sul fronte della vendita della sua stessa maison, “per Scervino la Dressing è realisticamente troppo grande”.
Allo studio c’è la possibilità di procedere con altre attività, per esempio attraverso la creazione di una newco. L’azienda, che dà lavoro a 134 persone (per le quali era già attiva la cassa integrazione ordinaria e per cui si farà richiesta di quella straordinaria) attende ora nuovi sviluppi dall’inserimento in procedura concorsuale.