L’archivio Ferré torna in mano alla famiglia. La Fondazione Gianfranco Ferré, presieduta dal fratello Alberto e diretta da Rita Airaghi, storico braccio destro dello stilista scomparso, è riuscita a recuperare oltre duemila tra i capi più importanti della storia stilistica di Gianfranco Ferré. E, sempre a Milano, potrebbe arrivare anche la mostra su “La camicia bianca” di Ferré, il prossimo settembre.
La Fondazione finora aveva solo una piccolissima parte dell’archivio vestimentario che era stato acquisito in blocco, con tutto il resto del marchio, dal Paris Group. Secondo quanto riportato da MFF, l’ente che cura il patrimonio dello stilista-architetto avrebbe sborsato a Paris Group, titolare della griffe, oltre 400 mila euro. Un investimento significativo soprattutto perché, a conti fatti, è l’unica cifra sicura in tutto l’affaire Ferré dall’acquisizione da parte della famiglia Sankari (titolare di Paris Group) in poi. Secondo l’agenzia Ansa, oltre all’investimento economico, nello scambio è entrata anche una “consulenza culturale” per la selezione e classificazione di tutto ciò che resta al Paris Group.
Nel 2011, si era parlato di un prezzo d’acquisto compreso tra i 7 e gli 8 milioni, investimenti per 20 milioni in capitale, oltre all’accollo di debiti per circa 13 milioni: in tutto una quarantina di milioni perché il marchio fondato da Gianfranco Ferré potesse tornare a essere, come dicevano i Sankari, tra i nomi “top del mondo”. Missione fallita, o quanto meno incompiuta perché da allora si sono susseguite vicissitudini di ogni genere, inclusa la decisione del gruppo di Dubai di chiudere l’attività in Italia.