La moda è un business redditizio anche per i rapinatori. Al top della classifica degli articoli più rubati in Italia, infatti, ci sono i jeans, gli accessori moda e le scarpe, come riporta l’edizione 2012-2013 del Barometro Mondiale dei Furti nel Retail, promosso da Checkpoint Systems e condotto da Euromonitor International.
Sul secondo gradino del podio si posizionano i prodotti elettronici più costosi come smartphone, iPhone e tablet. A seguire, la categoria dei parafarmaci, con trattamenti antiallergici e latte in polvere, l’health&beauty, in particolare cosmetici e profumi, e il segmento entertainment, costituito da videogames e accessori per cellulari.
Tutti questi furti sono costati cari ai negozianti italiani, perché ci calcola che le differenze inventariali – e cioè il gap tra la merce inventariata e quanto effettivamente fatturato – valgano oltre 3,7 miliardi di euro, per cause riconducibili principalmente a fenomeni di taccheggio, frodi da parte di dipendenti o fornitori, attività della criminalità organizzata nel retail ed errori amministrativi.
Nello specifico, lo studio sottolinea come le differenze inventariali siano da attribuirsi prima di tutto ai furti dei clienti (49%), seguiti dai dipendenti (27%), per un valore di circa 2,81 miliardi di euro di perdite sul totale. Un dato rilevante se si considera l’incidenza sulle vendite Italia, che hanno raggiunto nel 2012 i 285,2 miliardi di euro, con un numero di punti vendita di oltre 885mila unità, in leggero calo rispetto al 2011.