Il polo del lusso si conferma il motore della crescita di Kering. Il colosso transalpino ha archiviato il primo semestre con ricavi in lieve rialzo dell’1,4% a 4,67 miliardi di euro, in linea con le attese degli analisti, e un risultato netto in aumento del 4,1% a 582 milioni. L’incremento del fatturato del polo del lusso (+5,3%) ha compensato il calo (-6,3%) registrato dal polo sport e lifestyle (Puma).
Nel secondo trimestre le vendite organiche della divisione luxury sono aumentate del 9%, superando il consensus di Bloomberg fermo al +7,5%, trainate da Bottega Veneta (+17% rispetto al +9% del primo quarter) e Other Luxury Brands (+19% rispetto al +7% del primo quarter, con rialzi di oltre il 25% per Alexander McQueen e Stella McCartney). Rallenta la crescita della griffe ammiraglia Gucci (vendite organiche a +4%, inferiori al consensus di due punti percentuali), ma grazie ai forti margini i profitti battono le stime degli analisti.
Il menswear e i prodotti ‘no-logo’ di Gucci, secondo un report di Credit Suisse, hanno continuato a mettere a segno performance eccellenti. “Nel Q2 l’incremento del 9% delle vendite della divisione luxury di Kering– si legge ancora nel report – è superiore a quella di Lvmh Fashion & Leather, ma è dietro le vendite retail di Burberry (+18%) ed Hermès (+16%)”.
Il titolo in Borsa del gruppo Kering, dopo la diffusione dei risultati semestrali nel pomeriggio di ieri, sta registrando nella mattinata odierna un aumento di oltre 4 punti percentuali.