
Per Yamamay si delineano nuovi scenari. Come anticipato a fine maggio da Pambianconews, la Pianoforte Holding, proprietaria di Yamamay, Carpisa e Jacked, si appresta a fare spazio a nuovi investitori. Le prime indiscrezioni portavano niente meno che a Bernard Arnauld, patron del gigante francese Lvmh, tramite il fondo da 400 milioni L Capital.
A distanza di un mese, i tratti della nuova compagine si delineano in maniera più chiara: gli investitori, secondo quanto riportato da Il Mondo, sarebbero addirittura tre (avrebbero in tutto il 25%) e affiancherebbero Intesa Sanpaolo, oggi al 10%, entrata un anno fa per sostenere i piani di crescita nella prospettiva di un’ipo a Piazza Affari nel 2015.
Le new entry in questione sarebbero, oltre al già ipotizzato L Capital Europe, anche L Capital Asia (fondo cugino da 650 milioni di dollari con sede a Singapore sotto la guida di Ravi Thakran) e il meno noto Mir capital, private equity italo-russo, frutto di una jv tra Intesa Sanpaolo e Gazprombank, braccio finanziario del colosso dell’oil&gas di Alexei Miller al debutto in Italia.
Nello specifico, stando all’accordo quadro i due fondi cugini investirebbero 40 milioni a testa in cambio del 10% ciascuno, sulla stessa base di valutazione (400 milioni) a cui entrò la banca, mentre Mir Capital spenderebbe dieci milioni per il 5% dell’intimo Yamamay e dei trolley Carpisa. Secondo quanto riportato dal settimanale, sarebbe difficile che si arrivi alla firma definitiva dei contratti prima dell’autunno.
Pianoforte fa parte del progetto Elite, la piattaforma di Piazza Affari, propedeutica alla quotazione: in vista dell’ipo, le tre new entry entrerebbero versando metà dell’importo in aumento di capitale, metà rilevando azioni dalle due famiglie napoletane proprietarie della holding, i Cimmino e i Carlino. I due rami di soci scenderebbero attorno al 33% a testa, mentre banca Intesa, che non venderebbe azioni, si diluirebbe di qualche frazione al 9 per cento.