Per la prima volta nella sua storia, Piquadro chiude una semestrale in calo, archiviando il periodo con un fatturato consolidato a -9%, pari a 27,4 milioni di euro.
“La causa - ha spiegato il presidente e AD, Marco Palmieri – è da ricondurre in primis al decremento, intorno al 20%, delle vendite del settore wholesale Italia, che rappresenta più del 50% del fatturato globale del gruppo, mentre le vendite dei negozi Italiani diretti (Dos) a livello di “like for like” hanno registrato un andamento leggermente positivo”.
L’Ebitda del semestre è risultato pari a 5,1 milioni (18,5% dei ricavi netti di vendita), in diminuzione di circa il 30% rispetto a quanto realizzato nell’analogo periodo dell’esercizio precedente, mentre l’utile netto è sceso a 2,4 milioni, in calo del 38%.
“Per contro – ha continuato Palmieri -, le vendite estere sono andate molto bene (+11%) con un incremento a doppia cifra del “like for like” dei negozi Dos. Positivi sono stati anche i dati del canale online, quasi raddoppiati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”.
Insomma, ci sono anche ragioni di ottimismo. “I risultati economici del primo semestre – ha sottolineato il manager – oltre che dalle dinamiche delle vendite, sono stati anche influenzati dagli investimenti, raddoppiati rispetto al semestre dell’anno scorso, relativi all’apertura dei flagship store di Hong Kong e di Parigi, oltre allo showroom di Milano e ai costi relativi alle nuove risorse manageriali volte a potenziare la presenza sui mercati esteri”.
C’è stata dunque una serie di fattori che ha portato a “una contrazione molto forte dell’utile netto, però è anche vero che in questo modo abbiamo gettato le basi per crescere nel medio termine. Siamo tranquilli e fiduciosi per il futuro, stiamo seguendo un business plan che prevede anzitutto uno sviluppo sui mercati esteri, mentre per il mercato italiano abbiamo previsto una riduzione del numero di punti vendita wholesale, per gestirli in modo più efficace e con dei servizi aggiuntivi, e l’apertura di nuovi Dos che risultano maggiormente remunerativi”.