Settembre è da sempre il mese della moda e delle sfilate, l’evento cardine di tutto il fashion system interazionale. Non a caso sulla collocazione delle varie settimanae della moda nel calendario internazionale si sono svolte vere e proprie lotte senza esclusione di colpi. Ma settembre è anche il mese in cui si sono svolte, almeno fino ad oggi, le fiere di abbigliamento femminile, che hanno una funzione complementare rispetto alle sfilate. Diciamo fino ad oggi perché, considerato che la vendita delle collezioni viene costantemente anticipata dai brand forse è giunto il momento di ripensare anche le date stesse, magari unendo le forze tra le varie manifestazioni che si tengono oggi in Italia. Su questo tema abbiamo chiesto un intervento specifico a Mario Boselli, presidente di Camera Nazionale della Moda italiana, un vero esperto sul tema.
Il tema delle date delle fiere e delle sfilate, e in particolare di quelle donna, di cui si discute molto da anni, mi sta molto a cuore per cui, quando ho ricevuto da Pambianco Magazine l’invito a scrivere un pezzo sull’argomento ho accettato volentieri. L’offerta del prodotto finito del sistema moda in Italia si basa oggi sulla complessa articolazione fra sfilate e fiere, che hanno entrambi ruoli importanti e complementari. Per quanto attiene alle sfilate, quindi le manifestazioni come Milano Moda Uomo e Milano Moda Donna, la Camera Nazionale della Moda ha fatto tutto ciò che si doveva fare. Infatti, in occasione dell’offensiva degli americani che volevano posticipare le date delle presentazioni delle collezioni femminili, ha effettuato un’approfondita inchiesta con tutti i partecipanti al Tavolo degli Stilisti (Consiglio Direttivo più tutti gli stilisti), dove, dopo aver analizzato i vari scenari relativi alle tempistiche per le fashion week, si è deciso che l’attuale articolazione fosse quella che meglio rispondeva alle esigenze degli associati e del Paese. Grazie alla coerenza e alla forza derivante anche dall’unitarietà di tutti gli attori e in stretto coordinamento con i francesi si è arrivati a definire i calendari delle sfilate uomo e donna fino a tutto il 2014. In occasione di questa analisi è stata effettuata anche una seria riflessione sull’altro fronte, quello di tutte le fiere di moda che si tengono in Italia. Quanto è emerso è che, se sul fronte uomo e bambino il nostro sistema fieristico, con Pitti Immagine, ha una forte competitività sul mercato, sul fronte delle fiere donna, invece, siamo deboli rispetto al sistema messo in piedi da Parigi. Per colmare questo gap ritengo che due siano gli interventi da attuare: una polarizzazione delle manifestazioni di moda femminile su Milano, e un ridisegno delle date, che devono essere necessariamente collocate nei momenti di reale vendita delle collezioni. Ora, se si considera che il 75-80% di una collezione viene venduta prima delle sfilate Donna di settembre è evidente che vanno anticipate le date delle fiere, come correttamente stanno facendo i francesi, che le hanno portate ai primi di luglio dai primi di settembre. Una soluzione per l’Italia potrebbe essere quella di tenere tali manifestazioni a fine giugno, in prossimità o addirittura in sovrapposizione con Milano Moda Uomo. Il tema è molto importante e merita certamente un confronto tra tutti i soggetti coinvolti. Per questo motivo Camera Nazionale della Moda Italiana, confermando ancora una volta che non ha la minima intenzione di organizzare fiere, essendo “parte in causa” è pronta però a svolgere, nell’interesse generale, un ruolo “super partes” per aiutare i vari enti fieristici a realizzare questo grande ambizioso progetto basato su due pilastri: definizione delle nuove date e polarizzazione su Milano di tutta l’offerta del p-a-p Donna.