Come trasformare la minaccia in un’opportunità quando la prima si chiama Cina e la seconda riguarda il fashion industy nostrano? Questo dilemma poteva risolverlo solo il Cavalier Mario Boselli che, a fine marzo, ha siglato, a Beijing, un accordo con la China Fashion Association e la China Fashion Week, al fine di sviluppare una strategia comune tra Italia e Cina.
“In questi ultimi 10 anni le cifre dell’import e dell’export tra i due Pesi, nell’ambito del tessile e abbigliamento sono più che triplicate – ha sottolineato il Cavaliere –, registrando nel 2010 importazioni per 6,770 milioni di euro ed esportazioni per 862 milioni”. I dati parlano chiaro, regolamentare uno scambio che continua a crescere era oramai diventata una necessità, pensando soprattutto al fatto che, le caratteristiche dei sistemi tessile-abbigliamento-moda, italiano e cinese, sono per molti aspetti complementari. “Tra noi e la Cina esiste una sorta di complementarietà”, continua Boselli. “Se pensiamo alla piramide del settore tessile-abbigliamento-moda le produzioni italiane rappresentano il vertice in tema di creazione, produzione ed immagine di prodotti di alta gamma. Le produzioni cinesi invece ne rappresentano la base, la più grande capacità produttiva al mondo di articoli realizzati soprattutto in grandi serie”. Diverso dall’accordo siglato con la Federation Francaise de la Couture, il protocollo d’intesa con la corrispondente cinese prevede lo scambio di dati economici, monitoraggio dei mercati e cooperazione nel campo della formazione professionale e culturale, oltre a favorire l’ospitalità reciproca e la partecipazione di stilisti e imprese, italiane e cinesi, a fiere, missioni commerciali e altri eventi promozionali che si svolgeranno a Milano e a Pechino.
In un momento in cui tantissime aziende italiane stanno investendo nel Paese dell’ex celeste impero e stanno siglando accordi con partner locali, l’accordo tra la Camera Moda italiana e la corrispondente cinese gioca un ruolo fondamentale sia per la tutela dei prodotti made in Italy in Cina, sia per facilitare lo sviluppo delle nostre attività nel Paese. Insomma il protocollo d’intesa siglato da Boselli può essere l’apripista per creare una vera e propria “catena di montaggio” sospesa tra Italia e Cina, cercando di portare al meglio il know how di entrambi questi Paesi.