Basta con la moda ufficiale. Ora le ultime tendenze le decide la strada. E i modelli, ragazzi e ragazze qualunque, «sfilano» su internet e vengono visti e copiati in tutto il mondo. Questo è il fenomeno dello Street style (letteralmente «stile della strada»), nato una decina di anni fa tra le pagine dell'inserto domenicale del New York Times che, per primo, utilizzò immagini di semplici passanti come icone contemporanee.
Ora la stessa voglia di raccontare e raccontarsi è esplosa su internet. Sono sempre più numerosi i blog aperti sull'argomento dove poter pubblicare, vedere, commentare le foto. Con un'unica regola: non importa che le persone sorprese dagli scatti siano belle o brutte, che i loro vestiti siano chic o cheap, ma che l'immagine proposta (in tutto il suo insieme) abbia un «senso», trasmetta un'emozione. E così, senza barriere spazio-temporali, un ragazzo di Singapore può vedere come si veste un suo coetaneo a New York e commentare con un altro di Mosca lo stile proposto, dando vita a un tam tam digitale che sta diventando un vero e proprio fenomeno di portata mondiale in cui tutti sono i protagonisti (chi è ritratto nell'immagine, chi pubblica le foto e chi le commenta).
Street style significa anche community, una community vastissima che sullo slogan «la moda siamo noi» si incontra per parlare di stile, ma poi si confronta anche su altri temi e talvolta dà vita a "vere" amicizie. E così, passando dal famoso The Sartorialist di New York, al Face Hunter di Londra, al Prada and Meatballs di Milano, fino allo Style Arenadi Tokyo è possibile intraprendere un viaggio per il mondo attraverso gli occhi di chi lo vive e decide di immortalare le proprie suggestioni e condividerle con gli altri.
A cura di Pambianconews