“L'attrice Demi Moore e il ballerino Joacquin Cortes come testimonial, le alleanze giuste, l'alta concentrazione di donne in azienda”. Sono i fattori di successo della Rosato di Arezzo, elencati dalla sua fondatrice e amministratrice delegata, la trentanovenne Simona Rosato che sei anni fa rilevò due aziende in difficoltà e ora, con dipendenti e fatturato più che decuplicati, naviga in controtendenza in un mercato orafo italiano insidiato dalla concorrenza di cinesi e turchi e con volumi di affari, addetti e investimenti in discesa libera. L'oro puro lavorato in Italia, quello cioè trasformato in gioielli, pesava 284 tonnellate nel 2005 e 230 nel 2006: una riduzione del 20%. Le esportazioni di oreficeria made in Italy sono scese dell'8%, mentre crescevano vorticosamente produzione ed export di Cina e Turchia.
Dalle ceneri di un'impresa specializzata nella lavorazione dello smalto su oro, nel 2001 nasce la Rosato Srl. E viene “capovolto” il destino dell'altra azienda rilevata nello stesso anno, la 7Ar, sorta nel 1943 e specializzata nella lavorazione del cosiddetto tubo vuoto (collane, orecchini, bracciali). “Ciascuna”, racconta Rosato, “aveva un fatturato da un milione e mezzo di euro e, rispettivamente, 15 e 10 addetti”. Tempo un anno e si riorganizzano produzioni e collezioni: il diagramma del fatturato segnala un´impennata da 10 milioni di euro per ciascuna delle due aziende che oggi contano 130 dipendenti e 250 addetti nell´indotto. “Nel 2004 la Rosato ha fatturato 14 milioni e la 7Ar 15 milioni di euro”, ancora Rosato. “Il volume di affari atteso per quest´anno? Quaranta milioni”.
Poi l´alleanza con Mariella Burani e, l´anno scorso, l´ingresso nella società della stilista (Mariella Burani Fashion Group), quotata in borsa: la Rosato srl conferisce il marchio e la sua distribuzione in Italia e all´estero a una nuova società, la Rosato Gioielli che, per il settembre prossimo, ha in calendario l´apertura di due boutique monomarca a Milano, in via Montenapoleone, e a Firenze, in piazza Santa Trinità. “Grazie alla Burani Fashion Group”, spiega Rosato, “stiamo sviluppando la nostra presenza nei mercati internazionali potendo contare sulla rete di distribuzione del nostro partner. Anche se non rinunciamo all´apertura di punti di vendita autonomi”.
Sempre nel 2006 la Rosato conferisce alla 7Ar tutta la produzione. È l´anno in cui l´amministratrice delegata scrive una lettera a Demi Moore: “Creiamo gioielli che vorremmo far indossare a ogni tipo di donna, dalla sexy alla romantica”. “Se finora ho parlato con il prodotto ora vorrei anche un volto come il suo”. La Moore sembra possa rappresentare ogni tipo di donna grazie anche ai personaggi da lei interpretati: in “Soldato Jane” è forte e combattiva; sexy in “Proposta indecente”; romantica in “Ghost”. L´attrice accetta e gli affari volano.
Estratto da Affari & Finanza del 7/05/07 a cura di Pambianconews