Fabriano è la capitale mondiale della cappa da cucina. Il distretto fabrianese realizza 9 milioni di pezzi l'anno, su un totale di 10 milioni prodotti in Italia e 30 milioni nel mondo. Le imprese che ne fanno parte, tra cui le maggiori Elica, Faber, Tecnowind e Best, impiegano più di 2mila unità e muovono un indotto di altri mille addetti. Il giro d'affari sfiora i 600 milioni di euro fatturati ogni anno, ma la concorrenza dei produttori asiatici, cinesi in testa, è sempre più pressante. Per difendersi dalla minaccia, gli imprenditori del distretto puntano sulle cappe d'arredamento, il cui costo di produzione è molto più alto rispetto alle classiche sottopensili. Le esportazioni ammontano a oltre l'88% della produzione. Giancarlo Cennini, consulente nel campo dell'internazionalizzazione, segue il distretto da molti anni ed è un esperto del settore. È stato anche direttore generale della Faber, l'azienda che ha creato la cappa da cucina moderna.
Come mai la produzione della cappa si è sviluppata proprio a Fabriano?
Perché qui si è potuta sfruttare tutta una serie di sinergie nella lavorazione del metallo. C'erano produttori di vasche, bombole a gas, cucine, elettrodomestici. Grande specializzazione, quindi, nella lavorazione della lamiera e conoscenze approfondite dei migliori fornitori, delle macchine, dei processi della lavorazione. Poi c'è stato il fattore concorrenza, che si è subito accesa tra i diversi produttori di cappe stimolando i miglioramenti.
E oggi a che punto siamo?
La Cina ci sta rapidamente raggiungendo. La produzione, situata soprattutto nei distretti di Shangai, Nanchino e Guangdong, ha ormai toccato gli 8 milioni di cappe l'anno. Il terzo polo sono gli Stati Uniti, che però producono soprattutto cappe classiche e dominano il mercato solo in Nord America. Nel complesso vengono venduti 12 milioni di pezzi in Europa, 3,5 negli Usa e 6 milioni in Cina. Ma è all'est che il mercato è in crescita, anche più del 10% l'anno, mentre l'Occidente è fermo.
Per competere efficacemente è indispensabile l'innovazione, ma i nostri produttori sono in difficoltà: la ricerca è scarsa. Va abbastanza bene nel campo del design che però si copia facilmente: Turchi e Cinesi sono bravi. Con la sola innovazione in design s'abbassa la barriera all'entrata di questi nuovi concorrenti.
Estratto da Finanza&Mercati del 19/09/06 a cura di Pambianconews