«Finalmente ci sentiamo fuori dal tunnel, dice Salvatore Mercogliano, direttore generale Unic, in occasione dell'apertura di Linea Pelle a Bologna, il trend positivo è cominciato lo scorso anno, nel secondo semestre e il 2005 si è chiuso con un calo contenuto del 3% dei volumi prodotti. Il 2006 si è aperto bene, fatturato e ordini sono in crescita e le prospettive per l'anno sembrano positive».
L'industria conciaria italiana è leader nel mondo: nel 2005 la produzione in valore ha superato i 4,8 miliardi di euro, con 3,2 miliardi di export. L'incidenza sul mercato europeo è del 65,2%, su quello mondiale del 15,9%. Il primo Paese di sbocco è la Cina, che oggi assorbe il 65% delle esportazioni. «Anche i cinesi, osserva Mercogliano, cercano sempre più lo stile, la creatività, il valore aggiunto della pelle italiana, soprattutto per il settore delle calzature e per l'arredamento». Nel 2005 il valore delle esportazioni verso il colosso asiatico ha raggiunto la quota record di 662 milioni di euro, pari a 10 volte quello che veniva esportato in Cina 10 anni fa. «Alla ripresa però, spiega il direttore dell'Unione degli industriali del settore, stanno contribuendo anche Stati Uniti ed Europa. Alla Fiera sono tornati finalmente numerosi francesi e tedeschi, che sono da sempre interlocutori fondamentali».
Sul fronte della materia prima infine anche l'industria conciaria ha qualche preoccupazione: «Soprattutto in America Latina e Brasile il 50% della materia prima prodotta viene sottratta al mercato con varie misure protezionistiche. È una situazione che abbiamo già segnalato al Wto, ma i Paesi coinvolti continuano a comportarsi come se niente fosse», conclude Mercogliano.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 20/04/06 a cura di Pambianconews