Un nuovo negozio a Firenze, inaugurato ieri: tre piani nel Palazzo Rucellai in via Tornabuoni. Ma non solo. Per Gianfranco Ferrè il 2006 si apre all'insegna dell'ottimismo: la maison (120 milioni di euro di ricavi nel 2005, in linea con l'anno precedente) si attende una crescita del 13%, già confermata dai primi dati di vendita. Nuove linee più competitive, lo sviluppo degli accessori, un rientro in forza sul mercato degli Stati Uniti sono alcune delle strategie già messe a punto dall'azienda del gruppo It Holding.
Architetto Ferrè, che cosa è cambiato rispetto al passato?
Oggi ci vuole un'offerta più ampia, ma mirata: non si può andare contro le grandi catene di distribuzione. Bisogna dare spazio alle punte estreme, più minimali economicamente, del progetto creativo.
L'apertura dei nuovi mercati ha modificato anche lo stile?
Non tanto i nuovi mercati quanto la crescita di coscienza da parte di alcuni ha modificato l'offerta. I mercati emergenti hanno radicalizzato il prodotto verso una maggiore intelligenza e un minor compiacimento.
Perché è importante sviluppare gli accessori?
Perché sono un bene utile per conquistare le fasce più basse, ma non solo: una borsa, un paio di occhiali servono a sottolineare la fedeltà a una griffe.
In Italia ci sono nuovi stilisti emergenti?
Non quelli indicati solitamente, che hanno 40-45 anni. I nuovi stilisti devono averne 20, ma difficilmente sono in grado di reggere l'impatto di una collezione intera. Ci vuole spirito di sacrificio, modestia e cultura. In Francia ci sono più possibilità, proprio perchè c'è una cultura diversa, come anche in Gran Bretagna.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 12/01/06 a cura di Pambianconews