I brand si promuovono con la musica indipendente
La colonna sonora può rappresentare l'elemento chiave per la promozione efficace di un brand, che si tratti di un prodotto, di una catena di negozi o ristoranti o di una griffe di moda. Ma abbinare un marchio alla hit di una major discografica è molto dispendioso. A chi non si può permettere l'acquisto dei diritti dei Rolling Stones o degli Oasis non rimane quindi che puntare su brani di artisti emergenti, meglio se sotto contratto con etichette musicali indipendenti (le cosiddette ´indie'). Gli artisti stessi, inoltre, hanno intuito le potenzialità dell'utilizzo della loro musica a scopi pubblicitari: se fino a non molti anni fa la pratica era una specie di taboo, oggi è vista positivamente, come strumento per farsi conoscere dal pubblico, e in modo tanto rapido ed efficace che nemmeno le radio o Mtv possono garantire.
Negli Stati Uniti, dove il fenomeno è più sviluppato, l'American association of independent music ha ammesso che la vendita di musica a scopi pubblicitari oggi rappresenta ´una crescente e significativa porzione dei ricavi delle case discografiche indie'. Per esempio Esl Music (le cui musiche sono apparse in televisione con la serie Sex & the City, in catene come Starbucks e Banana Republic e all'interno del Caesar Palace di Las Vegas), secondo quanto dichiara Phil Hawken, direttore del licensing dell'etichetta, ottiene ´circa il 40% dei guadagni proprio dagli accordi di licensing'.
´Gli artisti e le loro piccole etichette con cui trattiamo', spiega Jeff Heiman, senior director del licensing di PlayNetwork, ´sono semplicemente in cerca di opportunità. Per come è la radio oggi, con playlist strettamente programmate e nessuno che dimostri voglia di promuovere band indipendenti, la pubblicità diventa quindi una splendida opportunità di esposizione al proprio target di riferimento'.
Estratto da ItaliaOggi del 9/12/05 a cura di Pambianconews