Le porte di Damasco, per la prima volta, si aprono alle griffe, ed entro qualche mese in Siria sarà possibile fare shopping e cominciare a importare moda internazionale. Il primo a inaugurare sarà lo Sceicco Majed Al-Sabah, discendente di regnanti kuwaitiani, e fondatore di Villa Moda, società che importa e distribuisce tutte le più grosse firme mondiali in Medioriente. Nel 2006, all´interno di un vecchio palazzo nel centro di Damasco, aprirà il quarto Villa Moda, dopo Kuwait, Dubai e Quatar. Saranno presenti alcune tra le principali griffe mondiali (Gucci, Prada, Etro, Fendi, Missoni tra le altre), in un ambientazione che mixerà il design più puro all´antiquariato locale.
L´apertura della Siria è conseguente al ritiro delle truppe dal Libano e alla chiusura della frontiera che separa i due paesi. Per i facoltosi siriani la vicina Beirut, rappresentava una sorta di “parco dei divertimenti” e di mecca dello shopping: «Venivano da noi a comprare tutto quello che non si trovava in patria, spiega Toni Salamé, forte importatore di moda in Libano. Nell´ultimo decennio la situazione interna si era calmata e Beirut stava tornando ad essere la gloriosa città mondana di un tempo. Poi hanno ucciso il presidente Hariri, ci sono stati gli attentati, e infine la chiusura delle frontiere». Le vendite di Aishti, catena di lussuosi department store fondata da Salamè, quest´estate sono calate del 30%.
Ciò nonostante l´imprenditore continua nel business con l´apertura di negozi monomarca in franchising: «Oltre a quelli che già abbiamo (tra gli ultimi Diesel, Miss Sixty e Gas) stiamo aprendo Burberry, Cavalli e Fendi, ed entro un anno e mezzo conto di arrivare ad una ventina di negozi che si affiancheranno ai multimarca store che già abbiamo». La situazione libanese è però un´eccezione. Nel resto del Medioriente, il business della moda in questo momento è particolarmente florido. Cresce il numero dei ragazzini, figli di facoltose famiglie che sin dalla più tenera età diventano fashion victim, così come cresce l´interesse maschile nei confronti della moda e, soprattutto, della cosmesi.
Estratto da Affari&Finanza del 10/10/05 a cura di Pambianconews