La prima operazione porta la firma di Luca Cordero di Montezemolo e riguarda il gruppo Charme e cioè marchi di design come Poltrone Frau, Cappellini, Cassina, Thonet e in più lo storico nome del cachemire, Ballantyne. Charme ha preso in affitto il gigantesco palazzo di via Ferrante Aporti dalle Poste ed è in trattative per l'acquisto definitivo. Proprio lì, tra i marmi dietro la Stazione Centrale, c'è stata l'inaugurazione evento della scorsa Settimana del Design. Allora il gruppo di Montezemolo si era occupato di ripulitura, con una riorganizzazione degli spazi ai confini della ristrutturazione, ed entro aprile prossimo è probabile che la cessione sarà definitiva e il palazzo delle Poste di Ferrante Aporti sarà la sede stabile di Frau, Cappellini & C.
«L'effetto trascinamento per la zona è immediato», dice Bozzetti. I modelli, o comunque i termini di paragone, sono ancora americani. C'è Williamsburg, quartiere di Brooklyn sorto sulle strade un tempo famose per lo spaccio di droga, e il Miami design district, due vie ben lontane dalla spiaggia più chic e che fino all'arrivo della moda e dell'arredamento erano invase da crack e affini.
Insomma, l'obiettivo è riqualificare. E in questa direzione si muove anche il progetto Marangoni, la bella e grande scuola di Baggio unico esempio di architettura brutalista a Milano. L'assessore al Demanio, Diego Sanavio, ha chiesto a Bozzetti di «lanciare la voce» tra gli stilisti, così che il Comune possa vendere o dare in concessione l'edificio a una firma che alzi le quotazioni della zona. «La destinazione d'uso è socio-educativa, così pensiamo a una scuola di moda da affiancare a uno show room» aggiunge Bozzetti.
Nell'attesa De Corato invita il mondo della moda a intensificare l'impegno per la città: «Lo sforzo che chiediamo agli stilisti è tenere aperti i negozi anche la sera, soprattutto in Duomo e in San Babila, che dopo le otto diventano terra desolata». Un po' quel che si è tentato di fare con il bar Gucci in galleria Vittorio Emanuele anche se sugli orari si è lontani dai desiderata del Comune. Ma l'effetto moda aiuta, come si è visto nelle via Bergognone, Tortona e Savona, l'area ripartita con Armani e che adesso ospita non solo show room ma anche ristoranti, locali e insomma vita notturna. Il problema, è quasi un paradosso, rimane il centro. De Corato la butta lì: «Copiamo Manhattan tra piazza Duomo e San Babila». Un rilancio oltre il Bronx e al di là di Brooklyn.
Estratto da Il Giornale del 10/10/05 a cura di Pambianconews