In una stagione certo non favorevole alle calzature italiane Bata aumenta vendite e profitti, ma soprattutto conferma l'intenzione di continuare a rifornirsi almeno per il 50% dai produttori di casa nostra.
«I nostri dati aggiornati a fine agosto ci danno una crescita del fatturato del 13%, spiega Fabio Tronchetti, amministratore delegato di Bata Italia, a fine anno contiamo di attestarci oltre la soglia dei 350 milioni, con un incremento anche del profitto che salirà dal 6,8 al 7% sul giro d'affari, nonostante una riduzione dei prezzi al dettaglio del 6%. Non solo. In controtendenza con la crisi dei consumi concluderemo l'anno con una sessantina di negozi in più: 25 diretti, gli altri in franchising. E per il prossimo triennio abbiamo in programma circa altre duecento aperture, 120 in Italia, il resto con la formula del franchising internazionale in Russia, ex Jugoslavia, Turchia ed Emirati arabi.»
«Anche se ovviamente siamo molto internazionalizzati per essere competitivi, sottolinea Tronchetti, ci riforniamo al massimo del 30% dalle nostre aziende nel Far East, un 10% della nostra produzione viene dal Spagna a Portogallo, ma intendiamo mantenere almeno al 50% la quota di commesse affidate ad aziende italiane, concentrate soprattutto in Toscana, Marche e Campania.'
Estratto da Il Sole 24 Ore del 22/09/05 a cura di Pambianconews