Aprire le frontiere e far entrare in Europa i prodotti tessili cinesi fermi nei porti dal 12 luglio, quando Bruxelles ha bloccato le importazioni. Peter Mandelson, Commissario europeo al Commercio, vuole risolvere il problema entro metà settembre. Ma la strada è tutta in salita. L´Europa è divisa tra chi vorrebbe eliminare le quote (Gran Bretagna e Germania in testa) e chi, come Italia e Francia, è decisa a difendere l´accordo di giugno che ha fermato l´invasione del made in Cina. Pechino gioca sulla spaccatura dell´Unione e non cede di un millimetro.
Oggi Mandelson presenterà alcune proposte ai Paesi europei. Le soluzioni che Mandelson presenterà non vanno però tutte nella stessa direzione e soprattutto riflettono la spaccatura europea. E' probabile che chiederà di sfruttare parte delle quote del 2005 ancora non utilizzate, lasciando inalterate quelle relative al 2006. Un´altra soluzione che Mandelson probabilmente metterà sul tavolo è quella di aumentare le quote per il 2005, anno difficile, visto che le frontiere si sono aperte alla Cina a gennaio e l´accordo è solo di giugno. Ma visto che il vero problema sembra riguardare i maglioni (ce ne sono poco meno di 50 milioni fermi alle frontiere europee) probabilmente verrà avanzata anche la proposta di allentare le quote per questa categoria. E non è escluso un aumento delle quote anche per altri prodotti.
Il Commissario europeo ha lasciato intendere che una difesa a oltranza dell´intesa è vana. «L´accordo di Shanghai sarà di aiuto limitato e di breve periodo per l´industria tessile della Ue», ha dichiarato Mandelson. «La strada del protezionismo – ha aggiunto – è solo un vicolo cieco».
Parole che non sono piaciute ad Adolfo Urso, sottosegretario alle Attività produttive con delega al Commercio estero. «L´Italia – ha spiegato Urso – non accetterà proposte che svuotino i contenuti dell´intesa. Il negoziato con Pechino comunque non è ancora concluso. La discussione va avanti – aggiunge Urso – e non è detto che non si arrivi a un accordo con i cinesi. Anche a giugno, quando sono state definite le quote l´intesa sembrava lontana poi s´è trovata».
Estratto da La Repubblica del 29/08/05 a cura di Pambianconews