«A Bruxelles sono sceso in piazza per la prima volta e spero che sia anche l'ultima». Ora la speranza assomiglia più a una convinzione. Rossano Soldini, 60 anni, si gode dalla piccola Capolona, vicino ad Arezzo, lo schiaffo assestato alla gigantesca Cina. A una settimana dalla manifestazione davanti a palazzo Berlaymont, i calzaturieri hanno incassato l'avvio dell'indagine antidumping sull'import di scarpe in pelle dalla Cina.
«Dopo la manifestazione, racconta, Mandelson ci ha ricevuto ci ha fatto parlare e ci ha un pò deluso. Ha fatto capire che su certi temi è difficile avere il sì dai Paesi del Nord. Poi si è alzato per andare via. Io l'ho fermato e lui mi ha detto: “Solo per trenta secondi”. Gli ho risposto che me ne bastavano 28 per spiegargli che ci sono in ballo 900mila lavoratori in tutta Europa e che per questo la Commissione deve avere la massima attenzione. Ho avuto un po' di sfrontatezza ma l'importante è raggiungere il risultato».
Soldini è convinto che la svolta è stata in piazza. «Proprio mentre l'Europa è divisa noi ci siamo presentati tutti uniti: dalla Finlandia alla Spagna. E così i governi, a partire dal nostro che ha lavorato con molta determinazione, hanno fatto pressioni sulla Commissione. Ieri il viceministro Adolfo Urso era «pienamente soddisfatto per l'indagine, decisione tanto più significativa perché assunta all'unanimità». Ma Soldini chiede un altro passo avanti. « Ci vuole una strategia bipartisan, bisogna dimenticare le divisioni politiche e sostenere tutto il manifatturiero: moda, piastrelle, legno-arredo, gioielli e la meccanica». Bisogna fare la voce grossa a Bruxelles, affrontare gli ostacoli dell'Europa centrosettentrionale. «Perché noi abbiamo il sistema dei distretti che è splendido. E loro sono invidiosi».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 24/06/05 a cura di Pambianconews