Luciano Benetton conosceva bene Amancio Ortega de Gaona. E lo temeva, tanto da stringere cinque anni fa con il patron della catena di abbigliamento Zara un patto di non belligeranza in Italia. Un accordo durato però troppo poco: nel maggio del 2001 è andato in frantumi. Ortega, che non riusciva più a trattenere la sua fame di conquista di nuovi mercati, subito decide di aprire il primo spazio Zara a Milano. Ed è un successo immediato grazie alla formula del «vestire facile» e dei prezzi decisamente concorrenziali, che sfonda soprattutto fra le giovanissime: il messaggio dell'apertura del punto vendita corre su sms e gonfia il negozio.
La Inditex, terza catena di abbigliamento del mondo ha costruito la sua fama sul passaparola dei propri clienti. Per avere il senso del suo impero non rimane altro che girare tra i capannoni di Inditex e i grandi magazzini Zara. Nell'area industriale di Sabòn, a Coruña nella parte nord ovest della Spagna, la sede della Inditex (Industrias del Diseño Textil) ha un'estensione pari a 47 campi di calcio, senza contare però i 30 mila metri quadri dei due edifici più recenti costati ognuno circa 9 milioni di euro. La rivista Forbes ritiene che il suo patrimonio personale si aggiri sugli 8,4 miliardi di euro, una fortuna che gli regala il diciottesimo posto nella classifica mondiale dei più danarosi.
La Inditex, che oggi riunisce i marchi Zara, Massimo Dutti, Pull & Bear, Berskha, Stradivarius e Oysho, cresce a un ritmo impressionante. La società spagnola apre un negozio ogni 48 ore e arriva in Borsa nel maggio del 2001, quando ormai già fattura quasi 4 miliardi di euro con un utile di 438 milioni di euro. Il gruppo, presente in 45 paesi, ha oltre 1.300 impianti di produzione, 1.500 strutture di distribuzione, 14 mila dipendenti. La maggior parte dei negozi sono di proprietà. Ma ci sono anche contratti di franchising o in joint venture come quella italiana con il gruppo bergamasco Percassi. «Non appartengo a me ma alla mia azienda», confessa Ortega. Anche se l'abito di oggi sembra andargli in po' stretto: la catena alberghiera Nh Hoteles, di cui possiede il 5% del capitale, è sotto scalata da parte della concorrente Hesperia, e cosa fa Amancio? Corre a raddoppiare la sua quota al 10 per cento e a organizzare la resistenza. Il gioco dell'Opa e dei rilanci può dare gusto almeno quanto le magliettine colorate.
Estratto daFinanza & Mercati del 25/07/03 a cura di Pambianconews