Kpmg mette in dubbio la «continuità aziendale» di Fin.part e non certifica il bilancio 2002 del gruppo d'abbigliamento. La società risponde con i dati positivi del primo trimestre (+9,1% il fatturato dei marchi core del gruppo, con stime di crescita a doppia cifra nel secondo semestre) e «riservandosi, ha detto il presidente e ad Gianluigi Facchini, ogni diritto nei confronti di chi si è assunto una grave responsabilità». La notizia della mancata certificazione è arrivata ieri mattina e ha provocato la sospensione in Piazza Affari dei titoli Fin.part e di Olcese, gruppo tessile legato da partecipazioni incrociate alla holding di Foro Bonaparte. Ciò che «fino a lunedì sembrava un problema superabile, ha spiegato Facchini, si è risolto in modo imprevedibile e ingiustificato».
Nella sua relazione Kpmg (che certifica i bilanci di Fin.part dall'inizio degli anni Novanta) sostiene di non essere in grado di esprimere un giudizio sul bilancio per le «incertezze, spiega la società di revisione, connesse alla positiva realizzazione delle operazioni di carattere straordinario e degli interventi di natura finanziaria che configurano, alla data attuale, una situazione di assenza di ragionevoli presupposti di continuità aziendale».
Il nodo principale è il cosiddetto bond Cerruti da 200 milioni di euro in scadenza nel luglio 2004 per cui non esistono oggi misure di copertura. «Eppure, ha sottolineato Facchini, abbiamo ottenuto il pieno appoggio di tutte le banche creditrici, che hanno approvato il piano industriale garantendo anche linee di credito per 45 milioni di euro». Inoltre, secondo Facchini, Kpmg era a conoscenza, oltre che delle strategie di dismissione degli asset non strategici, della possibilità dell'entrata di nuovi soci nelle società operative del gruppo.
Estratto da Finanza & Mercati del 16/04/03 a cura di Pambianconews