Sostenere l'internazionalizzazione dei distretti, con l'apertura di nuovi insediamenti all'estero, ma disincentivare il fenomeno della delocalizzazione, cioè del trasferimento delle attività all'estero. Adolfo Urso, vice ministro alle Attività produttive con la delega per il Commercio estero, analizza gli sviluppi futuri dei distretti. «è in corso la terza fase della globalizzazione, quella che riguarda il consolidamento della dimensione internazionale delle imprese. è necessario cercare nuovi mercati a realizzare parte della filiera produttiva fuori dai confini», ha spiegato il vice ministro, aprendo i lavori del convegno su distretti e internazionalizzazione, in programma ieri e oggi all'Ice.
L'Ice, come ha detto il presidente, Beniamino Quintieri, istituirà un Osservatorio per monitorare le dinamiche dei distretti. In ogni caso, esiste un #'effetto distretto'', un'affermazione su cui si sono trovati d'accordo molti partecipanti al convegno. L'effetto distretto si concretizza in performance delle imprese di piccola dimensione significativamente superiori a quelle di imprese isolate di simili dimensioni. Questo effetto sarebbe collegato alla vicinanza geografica, ma anche al crearsi di un clima di fiducia, all'interazione tra unità produttive e valori sociali condivisi. Ciò si riflette soprattutto sull'export: il contributo dei distretti alle esportazioni nazionali è del 46%, concentrato principalmente nelle produzioni tipiche del made in Italy.
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Estratto da Il Sole 24 Ore del 21/03/03 a cura di Pambianconews