Wanda Ferragamo Miletti, che ha traghettato il gruppo verso l’industrializzazione, ricorda il marito creatore di moda.
Tutto ruota ancora nel quartier generale della Ferragamo Italia, nel segno di Salvatore. Perché, a quasi 43 anni dalla sua scomparsa, Wanda Ferragamo Miletti ha un chiodo fisso: parlare a far parlare di suo marito, di quel genio della scarpa che seppe rivoluzionare l'artigianato di settore, conquistando dapprima Hollywood e poi il gran mondo. Minimizzando peraltro il suo ruolo, benché sia stata proprio lei nel 1960, che con il lavoro non si era mai confrontata prima, a prendere in mano le redini dell'azienda – «Avevo la responsabilità di sei figli, ma anche quella di un centinaio di dipendenti» – e a traghettarla sino ai piani alti nel settore del luxury goods.
Di certo una donna d'altri tempi il presidente della Salvatore Ferragamo Italia, un gruppo che fa capo alla famiglia (in altre parole in quote paritarie ai cinque figli a agli eredi di Fiamma, scomparsa nel 1998) e che lo scorso anno ha realizzato ricavi consolidati per circa 585 milioni di euro (entrate immobiliari e alberghiere escluse) dando lavoro a duemila persone. Calzature a borse, foulard e cravatte, ready to wear maschile e femminile, bigiotteria, profumi e occhiali sono ormai di casa in 54 Paesi, forti di una rete commerciale composta da oltre 400 punti vendita, 184 dei quali controllati direttamente. E diversi altri in dirittura d'arrivo, come le nuove grandi boutiques che debutteranno a maggio e a settembre rispettivamente a Tokyo a New York. Senza dimenticare altri 'gioielli', come le Società immobiliari riunite e la Lungarno alberghi che, nata nel 1995, ha saputo assorbire i canoni di stile e qualità della maison. Con tre hotel gestiti a Firenze e un quarto, il Continental, affidato alla catena Forte.
Design e qualità. Affiancata dalla primogenita, che aveva ereditato dal padre creatività a inventiva, Wanda guida l'azienda verso l'industrializzazione per far fronte alle esigenze del mercato. Con un impegno rispettato: «Tutto ciò che porta la firma Ferragamo – eccezion fatta per gli occhiali prodotti a commercializzati da Luxottica a partire dal 1998 – esce dalla nostra casa madre. Design, produzione e materie prime sono dunque italiane. E per quanto riguarda i partner produttivi, ogni loro articolo viene controllato in sede» .
E proprio grazie alla qualità il gruppo ha conquistato nuovi spazi internazionali, supportato dalla prestigiosa griffe parigina Emanuel Ungaro, rilevata nel 1996, dalla Blue Home, azienda di tessuti fondata a Firenze nel 1985, nonché dalla Ferragamo Parfums. Un bel bouquet, madame, non c'è che dire.
Estratto dal Sole 24 Ore del 24 febbraio a cura di Pambianconews