La prima volta avevano bisogno di fabbriche e servizi: gli orafi di Napoli inventarono il Tarì. Dieci anni dopo la cittadella del gioiello è diventata un modello. Questa volta si è pensato a un'alleanza in Campania tra moda e gioielli per ampliare i rispettivi mercati e per rafforzare ciascuno la propria immagine: 150 produttori, per lo più campani, sono pronti a realizzare il polo del lusso a Marcianise, in un'area confinante con il Tarì. E non è escluso che in futuro le due cittadelle possano fondersi.
Tra le società che promuovono l'iniziativa del polo della qualità compaiono i nomi più noti dell'imprenditoria campana: per il settore orafo Gianni Carità, Guglielmo Aprile. Ma anche imprese come Chimento, Fabergé. E per il comparto della moda: Kiton, Marinella, Rubinacci. Ultime adesioni sono quelle di Isaia & Isaia, per la sartoria, e Tramontano per gli accessori in pelle. In totale il polo oggi conta 150 soci con un giro d'affari da 500 milioni di euro.
«Abbiamo chiuso la campagna adesioni, annuncia il presidente del polo, Guglielmo Aprile, con la vendita sul progetto dell'80% della struttura».
Entro fine febbraio dovrebbero partire i lavori. Il consorzio (Scarl) del polo della qualità ha previsto di investire 85 milioni di euro per realizzare una struttura di 38mila metri quadrati coperti. Ciascun imprenditore avrà, con un investimento medio di 5 milioni di euro, un modulo dotato di vetrine su una strada pedonale. A regime si prevede che il polo avrà un'occupazione di 700 persone.
Estratto da Il Sole 24 ore del 18/02/03 a cura di Pambianconews