Non c'è sosta nella crescita della Dolce & Gabbana, uno dei marchi più trendy della moda mondiale. Il bilancio al prossimo 31 marzo archivia l'esercizio 2002-03 con un fatturato consolidato di 445 milioni di euro, in aumento del 40% rispetto all'esercizio precedente. In netto miglioramento anche l'Ebitda: 95,3 milioni di euro, con una crescita del 73% rispetto all'esercizio precedente, mentre l'utile prima delle imposte è balzato addirittura dell'81 % a 76 milioni di euro. Sostanzialmente stabile la posizione finanziaria netta, positiva per circa 39 milioni di euro.
«L'ottima performance del fatturato, spiega Cristiana Ruella, direttore affari generali del gruppo milanese, è determinata sia dalla forte crescita delle vendite in settori merceologici dove abbiamo iniziato da poco lo sviluppo, come calzature e pelletteria, sia dalla maggiore penetrazione geografica: a fine luglio in Giappone abbiamo rilevato dalla Misaki, senza necessità di investimenti importanti, la distribuzione nei punti vendita monomarca, cioè 4 free-standing e 17 shop-in-shop, e negli Stati Uniti opera il presidio affidato a Gabriella Forte».
Più in dettaglio, sui 445 milioni di euro di ricavi consolidati il fatturato industriale ha pesato per il 53% (rispetto al precedente 63%), il retail per il 36% (rispetto al 24%) e le royalties su licenze per l'11 % (contro il 13%). Sull'aumento dei ricavi retail ha inciso naturalmente anche l'apertura di sette punti vendita con l'insegna Dolce & Gabbana (alcuni di dimensioni importanti, come Parigi e Roma) e cinque con D&G, oltre a Palazzo ex-Brigatti in corso Venezia a Milano, dove per decenni la borghesia milanese ha acquistato tute da sci e mazze da golf.
(vedi tabella che segue)
Estratto da Il Sole 24 Ore del 14/01/03 a cura di Pambianconews