Secondo lo studio condotto da Pambianco Strategie di Impresa, commissionato da W.L. Gore & Associati, e presentato nel corso dell'incontro da David Pambianco vicepresidente dell'omonima società di consulenza e da Rossella Beato, responsabile della divisione Pambianco Consumer Research, il mercato dello sportswear ha totalizzato un fatturato in crescita dell'8%, a quota 6,5 miliardi di euro.
Questo mercato si divide equamente tra capi outerwear (3,25 miliardi di euro) e pantaloni, camicie, polo (3,25 miliardi di euro). Inoltre il 40% è determinato da prodotti di fascia bassa, il 30% da prodotti di fascia media, il 23% da prodotti di fascia medio alta e il 7% da prodotti di fascia alta. Il 70% del fatturato sportswear in Italia è generato dal canale della distribuzione sportswear e formalwear per un totale di 4,55 miliardi di euro, mentre il 30% del fatturato proviene dai negozi di activewear per un valore di 1,95 miliardi di euro.
«I risultati confermano il trend di crescita già emerso lo scorso anno», ha detto Marina Debra Pini, direttore divisione consumer di W.L. Gore & Associati, come riportato sul quotidiano Milano Finanza Fashion, «i valori di comfort e protezione sono contenuti fondamentali dell'abbigliamento professionale e fashion. Con i nostri partner, per esempio Prada, Hugo Boss e Max Mara, sviluppiamo un abbigliamento citywear che coniuga gli accenni sportivi con l'eleganza del capo formale». Inoltre lo studio si focalizza sul consumatore finale , desumendone che ha assunto grande autonomia nella scelta dei capi da acquisire. Acquista liberamente, in base all'occasione, agli stati d'animo e a valori estetici e funzionali personali.
A cura di Pambianconews