Le previsioni erano corrette. I ricavi di Kering nel primo trimestre del 2024 sono diminuiti dell’11% a tassi correnti a 4,5 miliardi di euro (-10% su basi comparabili). I ricavi provenienti dalle vendite dirette (retail, incluso e-commerce) sono calati dell’11% su base comparabile. Le performance in Europa Occidentale, Nord America e Giappone sono state in linea con quelle del quarto trimestre del 2023, mentre un calo più marcato è stato registrato nell’Asia-Pacifico. Il segmento wholesale ha visto una flessione del 7 per cento e riflettono la strategia di un maggior controllo e selezione della distribuzione delle maison. Il mese scorso il numero due del lusso aveva pubblicato una nota preliminare ai risultati prevedendo una diminuzione del 10% dei ricavi su base comparabile nel Q1 2024 rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente.
L’Asia Pacific incide per il 34% sulle vendite di Kering, seguita dalle aree Western Europe (27%), Nord America (22%) e Giappone (8%).
Analizzando nello specifico le principali maison del colosso del lusso francese, i ricavi di Gucci sono pari a 2,1 miliardi di euro, in calo del 21% a tassi correnti (il -18% a basi comparabili è migliore del -19,4% ipotizzato dal consensus Bloomberg). La distribuzione retail diretta ha visto vendite in decrescita del 19% particolarmente influenzate da un forte calo nella regione Asia-Pacifico. “La Cina è la peggiore area in difficoltà per Gucci al momento e probabilmente tutte le debolezze del marchio sono esacerbate in Cina”, ha affermato la chief financial officer Armelle Poulou durante la conference call. “Gucci al momento non è nella posizione ottimale in termini di posizionamento, essendo percepito non sufficientemente di fascia alta o non abbastanza conveniente, ma questo contesto può cambiare e le cose possono mutare rapidamente”, ha aggiunto la manager. Le nuove collezioni Gucci sotto la direzione creativa di Sabato De Sarno, gradualmente disponibili nei negozi a partire da metà febbraio, sono state accolte molto bene, in particolare nelle categorie ready-to-wear e calzature. Su base comparabile, i ricavi wholesale sono diminuiti del 7 per cento.
Sebbene le nuove collezioni abbiano rappresentato meno del 7% delle vendite di Gucci nel Q1, la reazione del mercato ai nuovi prodotti, tra cui la borsa Jackie Notte e le sneakers Re-Web, è stata “molto incoraggiante”, ha spiegato Poulou. Le collezioni di De Sarno dovrebbero rappresentare il 25% dei nuovi prodotti nei negozi nel secondo trimestre, ed entro la seconda metà i suoi modelli rappresenteranno tutti gli articoli stagionali in offerta, ha aggiunto la manager, come riportato da Wwd. Gucci spera inoltre di aumentare le vendite puntando sugli accessori; allo stesso tempo prevede di chiudere gli outlet nella regione Asia-Pacifico e in Giappone, anche se sta ritardando per smaltire le scorte di vecchi stock disegnati dall’ex direttore creativo Alessandro Michele.
Thomas Chauvet della banca di investimenti Citi ha dichiarato che con l’arrivo di nuovi articoli nei negozi, un incremento negli sforzi di marketing e l’impatto delle assunzioni senior, il marchio italiano potrebbe vedere un miglioramento sequenziale delle vendite quest’anno. “Anche se il rilancio di Gucci potrebbe materializzarsi a un ritmo più lento del previsto, riteniamo che sia relativamente ben compreso e ampiamente riflesso nella valutazione”, ha affermato l’analista.
Il turnover di Yves Saint Laurent ammonta a 740 milioni di euro, in calo dell’8% a tassi correnti (-6% su basi comparabili). I ricavi della rete retail sono diminuiti del 4% su base comparabile nonostante la forte crescita in Giappone, a un miglioramento sequenziale in Nord America e a ricavi relativamente stabili in Europa occidentale. Nella regione Asia-Pacifico, i livelli di attività sono stati influenzati dalle difficili condizioni di mercato. Su base comparabile, i ricavi whoelsale sono diminuiti del 25 per cento. Royalties e altri ricavi sono aumentati del 27% su base comparabile, con performance dinamiche nel settore degli occhiali, dei profumi e dei cosmetici.
Il giro d’affari di Bottega Veneta ha raggiunto i 388 milioni di euro, in calo del 2% a tassi correnti (+2% su basi comparabili). Particolarmente evidente è stato l’incremento delle vendite dirette retail (+9% su base comparabile), trainato dalla crescita a doppia cifra in Nord America, Europa occidentale e Medio Oriente. I ricavi nella regione Asia-Pacifico sono leggermente diminuiti. Su base comparabile, i ricavi wholesale sono diminuiti del 25 per cento.
Nel Q1 i ricavi delle maison ammontano a 824 milioni di euro segnando -7% a tassi correnti (-6% su basi comparabili). Nel retail diretto i ricavi sono aumentati del 3 per cento. Per Balenciaga, le performance sono migliorate in Europa occidentale e in Giappone, il brand ha registrato una crescita a doppia cifra in Nord America e la sua attività è stata resiliente nell’Asia-Pacifico. Alexander McQueen persegue la sua transizione creativa. Brioni ha registrato una crescita a doppia cifra. Le case di gioielleria di Kering hanno continuato a fornire “performance eccezionali”, guidate dalla forte crescita a due cifre di Boucheron. Su base comparabile, i ricavi all’ingrosso delle altre maison sono diminuiti del 25 per cento.
Buoni risultati per Kering Eyewear con ricavi a 463 milioni di euro, in crescita dell’8% su base comparabile. Per Kering Beauté, è stato il primo trimestre che ha beneficiato del consolidamento di Creed. Nel complesso, i ricavi del segmento Kering Eyewear and Corporate ammontano a 536 milioni di euro, in crescita del 24% a tassi correnti e del 9% su basi comparabili.
“La performance di Kering è sensibilmente peggiorata nel primo trimestre – dichiara in una nota François-Henri Pinault, presidente e CEO di Kering -. Nonostante avessimo previsto un inizio d’anno complesso, le condizioni di mercato, in particolare in Cina, e il processo di riposizionamento strategico di alcuni dei nostri marchi, a cominciare da Gucci, hanno accentuato le pressioni sui nostri ricavi. Alla luce di questo calo dei ricavi, e della nostra determinazione nel continuare a investire in modo selettivo nell’attrattività e nel carattere distintivo dei nostri marchi nel lungo periodo, prevediamo di raggiungere un utile operativo in netto calo nella prima metà dell’anno. Stiamo tutti lavorando instancabilmente affinché Kering possa superare questo periodo particolarmente complesso, e ricostruire solide basi per una crescita duratura”. Nella nota si legge infatti che “tenendo conto del peggioramento dell’andamento dei ricavi, il gruppo prevede ora un calo del 40-45% nel risultato operativo corrente del primo semestre 2024 rispetto alla prima metà del 2023”.
All’apertura delle Borse, il titolo di Kering è oggi in calo di circa l’8 per cento. I risultati del gruppo non hanno al momento influito sull’andamento degli altri player del lusso, Lvmh, Richemont e Moncler sono tutti in attivo.