Dal 2013 ad oggi sono scomparsi nelle grandi città italiane un negozio su dieci. In totale sono 17mila punti vendita, a causa di un mix di fattori tra cui il commercio online e dai canoni d’affitto nei centri storici che sono schizzati negli ultimi anni. I dati arrivano da un’analisi di Infocamare elaborata per Il Sole 24 Ore del Lunedì e pubblicata oggi sul quotidiano. Il report ha analizzato la situazione delle attività di commercio al dettaglio registrate nei comuni delle città metropolitane. Secondo quanto riportato nell’articolo, il 16% degli esercizi cancellati ha chiuso le serrande nei grandi centri, rispetto a un totale di circa 104mila attività perse nel decennio su scala nazionale.
Come riporta Il Sole 24 Ore, “flessioni più severe si rilevano a Bari (-22%), Roma (-18%) e Torino (-17%). In controtendenza, invece, ci sono Milano (+3%) insieme a Napoli (+7% con 1.786 nuove imprese registrate) e Reggio Calabria (+5%)”. La moda è tra le categorie più colpite con circa 5.500 esercizi persi nei 14 centri, di cui oltre 4.300 negozi di abbigliamento (pari al 25% delle attività chiuse) e quasi 1.150 di calzature e articoli in pelle. Secondo Federmoda, a pesare sulla moda c’è stato un calo dei consumi e la concorrenza dell’e-commerce e la crisi si è acuita negli ultimi quattro anni quando il settore nel suo complesso ha detto addio a 11 negozi al giorno.
A Milano nel periodo in esame sono chiusi ben 381 store di abbigliamento. Un dato importante ma ‘limitato’ rispetto al tracollo di Roma dove le insegne di abbigliamento che hanno abbassato le serrande sono state ben 2.017. Sempre nel capoluogo lombardo hanno chiuso anche 151 negozi di scarpe e borse e 115 punti vendita dedicati ai tessuti.