Nonostante la generale tendenza al calo del settore del lusso, il Gruppo Richemont archivia l’anno fiscale con vendite in crescita del 3% a 20,6 miliardi di euro grazie alla spinta della gioielleria e mette alle spalle un quarto trimestre in calo dell’1% ma superiore alle previsioni. Un risultato che conferma la ‘normalizzazione’ del settore dell’altro di gamma dopo i picchi dello scorso anno e che convince il mercato: il titolo alla Borsa di Zurigo si sta mantenendo su un +5% dopo lo scatto in apertura di seduta a +6 per cento.
Le vendite nel trimestre a fine marzo, il quarto del suo esercizio, sono diminuite dell’1% a 4,8 miliardi di euro. A valute costanti risulta un incremento del 2%, per quanto nettamente inferiore alla crescita dell’8% del trimestre precedente e ben lontano dal +19% del primo quarter dell’anno. Tuttavia, il dato è migliore delle attese degli analisti. Come sottolineano le agenzie, “gli operatori per altro rilevano che il rallentamento conferma la tendenza generale al calo nel settore del lusso, che risente della flessione della domanda cinese e del paragone con lo scorso anno, quando l’abolizione delle restrizioni per il Covid-19 aveva dato una forte spinta alle vendite del comparto. Al tempo stesso, a livello globale, la domanda si è fatta molto più selettiva”
Nel quarto trimestre, Richemont ha registrato un +3% di crescita organica nelle maison di gioielleria (-1% a tassi correnti) e un -1% nel settore orologeria (-4% a tassi correnti), risultati in linea con le attese. Sul fronte del segmento orologi gli analisti di Barclays sottolineano come il risultato sia da considerare “particolarmente resiliente in questo contesto”.
Sull’insieme dell’anno il fatturato del gruppo elvetico è aumentato del 3% a 20,62 miliardi. L’utile operativo è diminuito del 5% a 4,8 miliardi, mentre l’utile netto è stato di 2,36 miliardi di euro contro i 301 milioni del 2023. L’utile dalle attività in esercizio ha totalizzato 3,8 miliardi (-2%), mentre la perdita dalle attività in dismissione si è ridotta a 1,5 miliardi (da 3,6 miliardi) e riflette la svalutazione delle attività di Ynap. Il cash flow dalle attività operative è salito a 4,7 miliardi da 4,5 miliardi e la posizione netta di cassa è positiva per 7,45 miliardi da 6,54 miliardi. Il cda ha proposto un dividendo di 2,75 franchi svizzeri per azione A e di 10 franchi per le azioni B, con un aumento del 10% sullo scorso anno.
Nel full year, le vendite sono cresciute in tutte le regioni e in quasi tutti i canali, escluso il canale di vendita al dettaglio online. A tassi attuali, in Europa l’incremento è stato del 2 per cento. Più sostenuto il progresso dell’Asia Pacifico (+4%, la regione pesa per il 40% del turnover) e del Giappone (+8%). Le Americhe hanno registrato un aumento dei ricavi del 1 per cento. Con un +5%, i negozi diretti del gruppo hanno generato la performance di canale più forte (+11% a tassi di cambio costanti). Con aumenti in tutte le aree di business e in tutte le regioni, le vendite al dettaglio hanno contribuito per il 69% alle vendite del gruppo.
Sempre nel full year, a tassi di cambio attuali, le maison di gioielleria – Buccellati, Cartier e Van Cleef & Arpels – hanno registrato un solido margine operativo del 33,1%, con un fatturato combinato che supera la soglia dei 14 miliardi di euro. L’aumento delle vendite del 6% (+12% a tassi di cambio costanti) è stato sostenuto dalla crescita dei prezzi e sostenuto dalla forte progressione a due cifre per Buccellati. La divisione Specialist Watchmakers ha realizzato vendite inferiori del 3% su base annua (+2% a tassi di cambio costanti) a 3,8 miliardi di euro.
Sul fronte Ynap, al momento il gruppo elvetico ha comunicato che prevede di dare “maggiori informazioni prima della fine dell’anno”. Nel suo discorso di introduzione ai conti, il presidente e principale azionista Johan Rupert ha indicato che continuano i colloqui con potenziali acquirenti di Ynap, dopo che è stato posto termine nello scorso dicembre all’accordo per la vendita di una quota di maggioranza con Fairfetch.
La societa’ ha infine comunicato la nomina di Nicolas Bos, attualmente Ceo di Van Cleef & Arpels, quale Ceo del gruppo a partire dal primo giugno. L’attuale amministratore delegato Jérôme Lambert resterà direttore operativo e riporterà a Bos e resterà nel consiglio di amministrazione.