Nel 2023 la moda maschile italiana ha proseguito il trend positivo sul fronte delle vendite oltre confine seppur registrando una ‘normalizzazione’ dei trend di crescita a doppia cifra che aveva caratterizzato lo scorso anno. Come indicano i dati Istat presentati durante la conferenza di presentazione di Pitti Uomo 106 che si è tenuta questa mattina, l’export relativo al periodo gennaio-dicembre 2023 ha messo a segno un incremento del 6,5% sul 2022, per un totale di circa 9,5 miliardi di euro. Segno inverso per le importazioni a causa di una flessione del 2,6%, scendendo quindi a 6,9 miliardi di euro.
Sia i paesi europei che l’area extra-UE sono cresciuti, rispettivamente del 7,2% e del 6,0 per cento. Il Vecchio Continente copre il 45,7% dell’export totale di settore, mentre l’extra-UE il restante 54,3 per cento.
Nel periodo in esame, la prima destinazione del menswear made in Italy è la Francia (+16,8%) che ha raggiunto 1,1 miliardi di euro, pari al 12,2% del totale settoriale. Seguono Germania (+0,4% a quota 10,3%) e Stati Uniti (+3% con uno share del 9,3%). La Svizzera, strategico hub logistico/commerciale per le principali griffe del settore, dopo la buona performance sperimentata nell’anno precedente (+14,1%), nel 2023 è scivolata al quarto posto a fronte di una dinamica negativa pari al 26,5%, che la porta a rappresentare il 7,7% delle vendite estere. La Cina, in crescita del +13,9%, ha raggiunto i 647 milioni di euro (6,8% sul totale). Hong Kong, in undicesima posizione, è in aumento del 28,8 per cento.
La Spagna, in sesta posizione, cresce del 9,9%, seguita dal Regno Unito in calo del 3,4 per cento. Corea del Sud e Giappone, rispettivamente ottava e nona, sono avanzate rispettivamente del 18,1% e del 19,8 per cento. Seguono i Paesi Bassi, in decrescita dell’1,5 per cento. In coda alle prime 15 posizioni ci sono Polonia (+21,2%), Russia (+44%), Austria (+0,7%) ed Emirati Arabi Uniti (+45,3 per cento).
Nel caso delle importazioni, dai Paesi dell’Unione Europea proviene il 48,2% della moda maschile in ingresso nel nostro Paese, mentre l’extra-UE garantisce il 51,8 per cento, nonostante abbia registrato una perdita del 13,8% rispetto al 2022. Relativamente alle importazioni, la Cina si è confermata il top supplier di moda uomo con un’incidenza del 12,2%, nonostante abbia accusato un decremento notevole (-25 per cento). Il Bangladesh, in seconda posizione, ha registrato -22,1%; seguito dalla Francia che invece cresce del 15,1 per cento.
Guardando alle categorie merceologiche, si assiste a performance positive con riferimento all’export per tutti i prodotti, ad eccezione dell’abbigliamento in pelle, che ha presentato una flessione del 9,6 per cento. Nel dettaglio, la camiceria ha registrato un aumento del 17,2%, seguono le cravatte (+13,2%), l’abbigliamento confezionato (+9,5%) e la maglieria (+2,3 per cento).
“Alla luce delle recenti trimestrali è evidente che la situazione non è semplice a causa dell’inflazione del 2023, del costo del denaro oltre ai fattori socio-politici tra cui due guerre. Ancora una volta il mondo modo deve confrontarsi con fenomeni esterni, come è stata con il Covid ma ancora una volta la moda saprà farlo”, ha commentato Antonio De Matteis, presidente di Pitti Immagine. Il manager prospetta il ritorno di buyer da Cina e Corea, già in crescita dopo il calo dovuto alla pandemia. Gli ha fatto eco Matteo Zoppas, presidente Agenzia Ice: “Dopo il Covid abbiamo deciso di rafforzare le piattaforme fieristiche, ci sono fiori all’occhiello in Italia e per la moda il Pitti è una testa di ponte necessaria. Siamo attivi per portare buyer, stampa e influencer, persone determinanti per chi acquistare il made in Italy”. Gli operatori del settore sono passati da 350 nel 2022 a 500 quest’anno.
Per quanto concerne la prossima edizione di Pitti Uomo (11-14 giugno 2024), la Fortezza da Basso ospiterà 790 brand di cui il 43% esteri. Come precedentemente annunciato la guest designer sarà Marine Serre, con il debutto della collezione uomo. Grande attesa anche per Paul Smith a Villa Favard, per la prima sfilata di Pierre Louis Mascia e il debutto della collezione uomo di Plan C. Confermato il percorso espositivo suddiviso in cinque sezioni (Fantastic Classic, Futuro Maschile, Dynamic Attitude, Superstyling e I Go Out), a cui si aggiunge la presenza delle aree speciali S|Style e Vintage Hub. Tra le collaborazioni internazionali, oltre alla presenza consolidata di Scandinavian Manifesto e J Quality, questa edizione proporrà il progetto speciale China Wave. Tra gli highlights spiccano la presenza di Missoni e Fay, Juicy Couture presenterà il nuovo marchio maschile Dirty London. Torneranno Eton, Superga e Guess Jeans, Gas festeggerà 40 anni
“Pitti Uomo prosegue nel suo percorso di crescita al fianco dei brand, rappresentando per una community sempre più ampia e forte un momento di incontro, di business e di approfondimento dei temi che attraversano la cultura fashion contemporanea – ha commentato Raffaello Napoleone, AD di Pitti Immagine – Le aziende del settore moda, anche per la prossima stagione, hanno scelto di concentrare risorse e investimenti su Firenze e sulla nostra manifestazione che a sua volta offre ai brand una visibilità internazionale e un contesto ideale e sempre in evoluzione per incontrare gli interlocutori giusti”.
Il tema dei saloni di Pitti Immagine di giugno sarà ‘Pitti Lemon’; protagonista della campagna pubblicitaria e degli allestimenti in Fortezza. La campagna, coordinata dal creative director Angelo Figus, per Pitti Uomo è stata interpretata dall’illustratore Giordano Poloni.
Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine, ha introdotto una nuova manifestazione nel portafoglio di Pitti Immagine, Becycle. L’evento dedicato al mondo della bicicletta e del ciclismo sarà lanciato in occasione della partenza del Tour de France da Firenze, dal 26 al 28 giugno presso la Stazione Leopolda.