Nel poliedrico e ricco universo degli zaini mancava qualcosa che potesse combinare stile, funzionalità e design. Un prodotto pensato per i lavoratori che cercano una borsa che combini l’estetica con la praticità. L’idea è venuta a Stefania Gnutti che ha lanciato nel 2021 DONE!, un brand di zaini che parla ad un pubblico eterogeneo dal punto di vista dell’età ma accomunato da uno stile di vita dinamico. La fondatrice racconta a PambiancoNews cosa l’ha spinta a dar vita a questo progetto e quali sono le prossime tappe.
Com’è nato il progetto DONE! e qual è il tratto distintivo dei suoi prodotti?
DONE! nasce dall’osservazione delle persone: indipendentemente dall’etnia, dalla cultura o dal paese, ognuno di noi indossa uno zaino. Tuttavia, abbiamo notato che raramente uno zaino riesce a combinare contemporaneamente stile, funzionalità e design. Da qui la sfida per riportare in un solo prodotto questo equilibrio.
Grazie a due anni di studio siamo riusciti creare un prodotto distintivo, pensato per diventare il compagno quotidiano ideale. Il nostro percorso ha inizio con lo zaino >EAST+WEST<, che deve il suo nome proprio alla sua caratteristica principale: la sua forma orizzontale. Si tratta di uno zaino che può essere portato a mano, a spalla o a tracolla, adattandosi perfettamente a ogni momento della giornata, dal lavoro alla palestra, dall’aperitivo alla cena, dai mezzi pubblici al motorino o alla bicicletta.
DONE! si rivolge a un pubblico ampio per fascia d’età, ma ben definito da uno stile di vita dinamico, energico ed estremamente versatile. Il nostro linguaggio è rivolto a uomini e donne d’affari, appassionati di fotografia, viaggiatori, praticanti di yoga, donne moderne e mamme, sempre alla ricerca di prodotti cool senza rinunciare alla funzionalità.
Tutti i nostri prodotti sono realizzati internamente ed esternamente in nylon riciclato.
Lo zaino è anche sinonimo di formazione, di cultura, di evoluzione per questo DONE! si impegna a perseguire i principi di Save The Planet con cui ha stretto una sincera partnership con lo scopo di mettere in atto i principi della sostenibilità, solidarietà e l’innovazione responsabile per invertire la rotta dell’emergenza climatica e della crisi ambientale.
Ci può raccontare come state gestendo la distribuzione del brand?
DONE! ha trovato in “The (…) Parlor” il partner commerciale ideale per avviare il suo percorso.
Questo showroom di recente apertura è stato fondato da esperti del settore: Federico Munari, fondatore con oltre 20 anni di esperienza nella fashion industry come direttore commerciale e vendite, e Simone Bebi, con altrettanti anni di esperienza come sales director e consulente commerciale per alcuni dei marchi internazionali più affermati.
“The (…) Parlor” nasce con l’obiettivo di creare una casa per l’eccellenza contemporanea, con un approccio gentile al centro della sua filosofia. Riflettendo l’importanza della sostenibilità condivisa da DONE!.
Oggi DONE! e The Parlor, sono vicini per creare in via Pietro Colletta 69, un luogo dove buyers e non solo possano incontrarsi, sentirsi accolti ed ispirati. Inoltre, dal 6 maggio abbiamo lanciato l’e-commerce del brand done.supply che è il primo canale di vendita.
Qual è la vostra visione del marchio tra tre anni?
Alla base dell’idea di business ci sono tre pilastri fondamentali. Il primo riguarda la capacità del brand di rimanere, nonostante l’evoluzione, timely e timeless. Timely significa connesso al contesto culturale in cui è inserito e agli stili di vita contemporanei. Con il concetto Timeless mi riferisco al fatto che nello scegliere gli stili di vita e le onde culturali del presente non viene mai meno al suo DNA, che si ritrova in un design senza tempo e in valori forti
Il secondo pilastro è il rispetto della sostenibilità, intesa non solo nella ricerca dei materiali e nell’attenzione ai processi produttivi ma la sua capacità di estenderla anche e soprattutto a livello sociale.
Il terzo risiede nell’internazionalizzazione del brand. DONE! nasce con un’ ambizione ed uno scopo globale.
Che possano consentire al brand di rispondere al principio della scalabilità senza compromettere la qualità del prodotto e la sua innovazione.