Roberto Cavalli conferma il traguardo dei 500 milioni di euro di fatturato entro i prossimi 3-5 anni. A dichiararlo è Sergio Azzolari in un’intervista all’agenzia Adnkronos. lI manager è CEO della storica maison di proprietà del fondatore della Damac Properties di Dubai, Hussain Sajwani, che ha salvato dal fallimento l’azienda toscana nel 2019. Azzolari conferma il successo della linea eyewear in licenza con De Rigo ed è entusiasta dell’accordo beauty siglato la scorsa estate con Inter Parfums; parallelamente mostra interesse per un segmento finora inesplorato: il golf. “Pochissimi si affacciano a quel contesto ma è molto affine a Cavalli, è il mondo del golf clubs, del savoir vivre, e può essere una brand extension interessante”. Al timone del brand da un anno, la cui direzione creativa è affidata a Fausto Puglisi, Azzolari ricorda le recenti aperture retail a Londra, in Bond Street, e a Las Vegas.
Il marchio è in chiusura dil fatturato 2023: “Siamo cresciuti molto bene nei canali full price, mentre abbiamo voluto fortemente dimezzare tutto l’ambito off price, una decisione strategica”. L’etichetta conta 12 store diretti e punta al pareggio operativo entro il 2024 e a realizzare utili. Per raggiungere i traguardi prefissati Azzolari spiega: “Abbiamo diverse strade: sia un’attività diretta al consumatore finale dell’atelier, che è l’apice della piramide, sia l’apertura di nuovi negozi, oltre a più visibilità nei nuovi mercati. Non siamo ancora pronti, come forma mentis, per andare in Asia in maniera preponderante. Non conviene sfrecciare verso una presenza globale quando abbiamo ancora tanto da fare. Ci stiamo concentrando sempre sugli Stati Uniti, un mercato dove abbiamo un retaggio storico molto forte e sorprendentemente un naturale following pazzesco. Stiamo esplorando nuovi mercati, abbiamo rilevato un’attività in Barhein e stiamo facendo lo stesso con l’Arabia Saudita. Stiamo anche cercando di fare un revamp attraverso nuove aperture nella sunbelt europea, da Cannes a Saint Tropez, dove aggiungiamo peso, e stiamo guardando a Ibiza”.
Il CEO è soddisfatto dei progressi del canale e-commerce che cresce nella funzione in cui è parte dell’omnichannel, per Roberto Cavalli vale oltre il 20% del fatturato. “Vorrei evidenziare che Just Cavalli e Roberto Cavalli sono due prime linee, non una prima e una seconda linea ma due identità ben precise”, specifica l’intervistato introducendo il marchio pensato per un consumatore “street luxury”. La label è stata rilanciata e il percorso intrapreso sembrerebbe giusto: “Il ready to wear e le calzature, grazie al nostro partner Swinger International, stanno crescendo molto bene, e sta funzionando particolarmente bene l’ottica, con la licenza con De Rigo. E poi gli orologi, dove c’è un’ottima richiesta”.
Per quanto concerne la collezione haute couture Azzolari dichiara: “Sta funzionando molto bene ma non intendiamo ancora portarla in passerella a Parigi, non perché non ne intravediamo il potenziale ma perché la sua potenza ora è quella del ‘salotto buono’. Abbiamo pochi e molto rappresentativi clienti e stiamo facendo proselitismo senza bisogno di grandi show. Vogliamo fare tutto in casa, abbiamo un vero atelier, con le nostre sarte. Produciamo 200 capi all’anno e c’è un dialogo diretto tra il cliente e Fausto. È questo l’atout che rende l’atelier unico nel suo genere”. Il manager cita anche le collaborazioni con la star americana Taylor Swift che ha scelto diversi outfit Roberto Cavalli per il suo recente tour e l’esperienza di vestire l’attrice Teresa Mannino durante l’ultima edizione del Festival di Sanremo.