Lanvin Group chiude il 2023 con crescita piuttosto ‘flat’, registrando un aumento dei ricavi annuali preliminari dell’1% e raggiungendo così quota 426 milioni di euro. Un risultato legato a due fattori principali: da una parte l’indebolimento della domanda di beni di lusso nella seconda metà dell’anno e dall’altra parte la debolezza del marchio di punta, Lanvin, rimasto senza designer dalla partenza nell’aprile 2023 dell’ex direttore creativo Bruno Sialelli.
È, infatti, il brand Lanvin ad aver registrato il rallentamento più netto con ricavi in calo del 7% da 119,8 milioni di euro a 111,7 milioni di euro nel 2022. Il calo, riporta Vogue Business, “è stato in parte causato da un calo del 16% in India, il mercato ‘più grande’ di Lanvin”. Inoltre, il marchio sconta la fase di transizione a seguito dell’uscita di Sialelli, che aveva portato l’etichetta a chiudere la prima metà del 2023 con un calo delle vendite dell’11%, poi arginato appunto al 7% grazie, come spiega la nota, agli investimenti in pelletteria e accessori e al lancio nel novembre 2023 di Lanvin Lab, una capsule collection creata da un cast a rotazione di designer ospiti, il primo dei quali è stato il rapper Future.
Sul dopo Sialelli, diverse agenzie hanno sottolineato come a breve dovrebbe essere annunciato il sostituto definitivo del designer.
Per quanto riguarda gli altri marchi del gruppo, i ricavi di Sergio Rossi sono scesi del 4% a 59,5 milioni di euro nel 2022; St John ha visto i ricavi aumentare del 5% a 90 milioni di euro; l’italiano Caruso ha registrato la crescita maggiore con ricavi in aumento del 30% a 40 milioni di euro. Wolford ha invece visto vendite in aumento dell’1% a 127 milioni di euro nel 2022.
Riguardo alle aree geografiche, i ricavi in Nord America ha superato i 147 milioni di euro (+1%), l’Emea ha invertito la rotta con un -2% a 202 milioni. Bene sia la Greater China (+8%, a quota 52,8 milioni) che l’Apac, a sua volta in progresso dell’8 per cento.